Il rapporto di Federculture

La spesa per la cultura è tornata a crescere

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"La cultura serve al presente - Creatività e conoscenza per il benessere sociale e il futuro del paese", questo è il titolo del rapporto annuale Federculture 2010 presentato nella Sala della Lupa, la parte più nobile di Palazzo Montecitorio sede del Parlamento Italiano, alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, relatori il Presidente di Federculture, curatore del rapporto, Roberto Grossi, poi Mario Resca, Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero per i Beni e le Attività culturali, il sociologo Domenico De Masi e Salvatore Carrubba, Presidente dell'Accademia di Brera. Il confronto con le Istituzioni con l'obbiettivo di affrontare i nodi delle politiche pubbliche per la cultura è stato un corale tessere le lodi dei valori della cultura come "motore sociale al pari di tutti gli altri" (così Grossi). Si è, inoltre, constatato la presenza di una 'fame' di cultura. Infatti, nonostante la crisi economica che si abbatte sulle famiglie, la spesa per la cultura è tornata a crescere (4.9%) rappresentando sempre il 7% della spesa totale delle famiglie (dato Istat). Del pari la crescita dei lavoratori del comparto è stata significativa così come il contributo al PIL. A fronte di questi dati positivi, la denuncia di Grossi che invoca una programmazione negli investimenti settoriali per evitare interventi a pioggia, perché i soldi a disposizione non sono pochi, pena la perdita di competitività del sistema Italia nel settore. L'on. Fini invoca un "Rinascimento" per la cultura che il taglio dei fondi in caduta libera mortifica: -30% la dotazione del Mibac nel 2011, quasi dimezzamento del FUS rispetto al 2005... insomma, uno Stato che investa in cultura intorno al 0.2% del bilancio, per di più con un patrimonio di beni culturali sterminato qual è quello dell'Italia, non può andare lontano.

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