Gli Oscar della lirica

Consegnati ieri a Londra gli Opera Awards: Daniele Rustioni vince la categoria "nuovi talenti"

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Si è conclusa con una cerimonia al Hilton Hotel Park Lane di Londra la prima edizione degli Opera Awards (The Operas), un'iniziativa fortemente voluta da Harry Hyman, amministratore delegato di Nexus Group (oltre che appassionato melomane) e sostenuta dalla rivista britannica "Opera". Iniziativa che, come ha spiegato il direttore di Opera John Allison, è «nata dall'impressione che la vera eccellenza nel mondo operistico non viene celebrata abbastanza e che i giovani artisti emergenti hanno bisogno di tutto il sostegno che possono ottenere». Suddivisi in 21 categorie, i vincitori sono stati scelti all'interno di una rosa di candidati selezionati da una giuria presieduta da Allison e composta da nove membri (fra cui il regista e direttore di Opera Europa Nicholas Payne, il sovrintendente e direttore artistico del Liceu Joan Matabosch e i critici Andrew Clements e Rupert Christiansen) sulla base di oltre 1.500 indicazioni da 41 Paesi.
Miglior spettacolo della scorsa stagione è risultato La leggenda della città invisibile di Kitež con regia, scene e costumi di Dmitri Tcherniakov, prodotta dalla Nederlandse Opera di Amsterdam, che sbaraglia ben due produzioni scaligere in corsa: Die Frau ohne Schatten e Peter Grimes. Il tenore Jonas Kaufmann e il soprano Nina Stemme sono stati indicati come migliori cantanti, e Kaufmann ha anche vinto nelle preferenze dei lettori. Fra le giovani promesse si affermano il soprano britannico Sophie Bevan e il nostro Daniele Rustioni (nella foto), vincitore della categoria dei nuovi talenti. Nelle altre categorie prevalgono l'anglo-italiano Antonio Pappano come miglior direttore, il russo Dmitri Tcherniakov miglior regista, il britannico Antony McDonald miglior scenografo, l'israeliana Buki Schiff migliore costumista e la britannica Paule Constable miglior light designer. Entrambe dal Festival di Aix-en-Provence le altre produzioni premiate: "Written on Skin" di George Benjamin (diretto dallo stesso Benjamin e regia di Katie Mitchell) come migliore prima mondiale e "David et Jonathas" di Marc-Antoine Charpentier (diretto da William Christie e regia di Andreas Homoki) come migliore riscoperta della passata stagione.
Nelle compagini si impongono il Metropolitan Opera di New York per l'orchestra, il coro della Cape Town Opera e l'Oper Frankfurt come miglior teatro d'opera (per «la capacità di imporsi, sotto la sovrintentendenza di Bernd Loebe, come uno dei teatri europei che registra un'altissimo tasso di partecipazione del pubblico per la miscela di titoli raramente eseguiti e il grande repertorio» secondo la motivazione) e Salisburgo come miglior festival. Ancora alla Metropolitan Opera va il riconoscimento per l'accessibilità dei programmi (in questa categoria concorreva anche L'ASLiCo del Teatro Sociale di Como).
Nelle categorie audiovisual, sono stati premiati il DVD del "Trittico" della Royal Opera House di Londra diretto da Antonio Pappano con la regia di Richard Jones (Opus Arte), la registrazione dell'opera "Alessandro" di Händel diretta da George Petrou con Max Emanuel Cencic protagonista (Decca) e il recital "Romantic Arias" di Christian Gerhaher (Sony).
Il "Lifetime Achievement Award" destinato a personalità che hanno sostenuto attività a sostegno dell'opera nel corso della loro vita è andato a Sir George Christie, presidente di Glyndebourne Productions dal 1956 al 1999, società che gestisce il prestigioso festival del South Downs creato nelle proprietà della famiglia dal padre John. Infine, il riconoscimento al miglior filantropo o sponsor operistico è stato attribuito a Sir Peter Moores per il suo sostegno a iniziative come "Opera Rara" e "Opera in English".
Stefano Nardelli

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