C’è anche la musica nel Decreto Rilancio

Una nota del Mibact anticipa la vasta e variegata serie di interventi per la cultura contenuta nel decreto approvato il 13 maggio

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Il ministro Franceschini
Il ministro Franceschini

Il decreto Rilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri mercoledì 13 maggio e ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, contiene alcune misure specifiche per i settori della cultura e del turismo, inserite su proposta di Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Lo stanziamento previsto è di 5 miliardi sui 55 globali del decreto, non molto se si considera che la filiera turistica e quella culturale producono insieme il 20% del PIL nazionale.

Di questi 5 miliardi, 4 vanno al turismo e 1 alla cultura, che va suddiviso tra un gran numero di interventi che riguardano tutti il comparto, dai musei, al cinema, al teatro, alla musica e al circo. Ci limiteremo qui agli interventi che coinvolgono direttamente la musica, che sono molti e di diverso genere. Innanzitutto l’indennità di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo è prorogata ad aprile e maggio e viene estesa ai lavoratori che nel 2019 abbiano avuto almeno 7 giornale lavorative (prima dovevano essere almeno 35) e un reddito non superiore a 35.000 euro. E la cassa integrazione è prorogata di altre 9 settimane.

Le risorse dei fondi di emergenza per lo spettacolo introdotti dal decreto Cura Italia vengono aumentate da 130 a 245 milioni di euro. Previsto un incremento di ulteriori 50 milioni per il 2020.

Sono stanziati 10 milioni di euro per realizzare una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e degli spettacoli dal vivo on line e in streaming, anche a pagamento, che è già stata definita da alcuni la Netflix della cultura.

Alcune disposizioni riguardano il Fus. Per quel che concerne le fondazioni lirico-sinfoniche la ripartizione per il 2020 e il 2021 verrà calcolata sulla base della media dei punteggi assegnati per il triennio 2017-2019, mentre per il 2022 i criteri di ripartizione saranno adeguati tenendo conto dell’attività svolta a fronte dell’emergenza Covid-19, delle esigenze di tutela dell’occupazione e della riprogrammazione degli spettacoli. Per le attività di spettacolo dal vivo diverse dalle fondazioni lirico-sinfoniche, nel 2020 sarà erogato un anticipo del contributo pari all’80% di quanto ricevuto nel 2019. Il restante 20% verrà erogato in base alle attività svolte a causa dell’emergenza Covid-19, della tutela dell’occupazione e della riprogrammazione degli spettacoli. in deroga all’attuale durata triennale della programmazione, l’erogazione dei contributi nel 2021 avverrà sulla base delle attività effettivamente svolte e rendicontate nel 2020. Sia le fondazioni lirico-sinfoniche che le altre attività musicali e di spettacolo dal vivo potranno utilizzare il Fus 2020 anche per integrare gli strumenti di sostegno al reddito dei propri dipendenti.

C’è poi una serie di alleggerimenti fiscali. Per i teatri e le altre iniziative di spettacolo dal vivo con un fatturato fino a 5 milioni di euro è previsto un credito di imposta del 60% delle spese per gli affitti degli immobili in cui si svolgono le attività. Tale credito è riservato ai soggetti che abbiano avuto una perdita di fatturato del 50% o più. Il saldo Irap 2019 e l’acconto Irap 2020 non dovranno essere versati dalle imprese nel campo della cultura e dello spettacolo e dai lavoratori autonomi che abbiano un volume di compensi non superiore ai 250 milioni, quindi molto alto. Inoltre sono previsti un credito d’imposta del 60% delle spese sostenute per la sanificazione e contributi da 15.000 a 100.000 euro - in rapporto al numero dei dipendenti - per l’adeguamento degli spazi e per l’acquisto di dispositivi e apparecchiature per ridurre la diffusione del Covid-19. L’agevolazione fiscale del 65% per le donazioni in favore della cultura è estesa alle società concertistiche e corali ed è anticipata al 31 ottobre 2020 l’erogazione della quota del 5 per mille per la cultura del 2019. È prorogata fino al 16 settembre la sospensione delle ritenute, dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria per i soggetti che gestiscono teatri, sale da concerto e altri eventi di carattere artistico o culturale.

Viene esteso da 12 a 18 mesi il termine per usufruire dei voucher ricevuti a compensazione degli spettacoli cancellati.

Inoltre Parma resterà Capitale Italiana della Cultura anche nel 2021. Di conseguenza la procedura di selezione attualmente in corso assegnerà il titolo non per il 2021 ma per il 2022.

 

 

 

 

 

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