Architetture immaginate a Venezia

Palazzo Cini ospita una raccolta di disegni di architetture per la scena teatrale dalla collezione di Antonio Certani 

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"Magnifico atrio" di Galli Bibiena
"Magnifico atrio" di Galli Bibiena

Nell’anno della Biennale di Architettura, a Venezia la Galleria di Palazzo Cini ospita da qualche giorno una mostra che unisce in maniera originale la bellezza del disegno alle affascinanti architetture dell’inganno. Attraverso un centinaio di disegni, Architettura Immaginata vuole offrire un saggio della ricchezza della raccolta del violoncellista e compositore emiliano Antonio Certani (1879—1952) costituita nella prima metà del secolo scorso e dedicata principalmente al disegno bolognese ed emiliano dal Cinque all’Ottocento. Acquistata dal bibliofilo e antiquario Tammaro De Marinis, la raccolta rischiò di essere smembrata e poi dispersa se gli oltre 5000 disegni non fossero stati acquistati nel 1952 da Vittorio Cini e destinati come fondo integro all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, consentendone così la conservazione e lo studio. 

Accanto a numerosi campioni di architettura illusiva e di ornato, nell’esposizione veneziana un posto di rilievo occupano le architetture per la scena teatrale, luogo dell’immaginario per eccellenza. In mostra numerosi disegni con le spettacolari fughe prospettiche delle sale magnifiche immaginate da vari esponenti della famiglia Galli da Bibbiena, maestri di scenografie barocche e architetti di teatri, come il capostipite Giovanni Maria, il nipote Giuseppe e il figlio di questi Carlo, autori anche delle sfarzose decorazioni della sala dell’Opera dei Margravi di Bayreuth riaperta di recente []. Esposti anche vari disegni delle scenografie immaginate da Antonio Basoli, membro dell'Accademia delle Arti di Bologna, per la Semiramide riconosciuta di Meyerbeer e La gazza ladra di Rossini, oltre ai disegni di Francesco Cocchi e Giuseppe Badiali. 

Curatore della mostra è Luca Massimo Barbero, attuale Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, che spiega: «con Architettura Immaginatavogliamo mostrare al grande pubblico capolavori in parte mai esposti, opere rare e affascinanti che rappresentano al meglio un’epoca effervescente in cui l’architettura come inganno, cioè l’architettura disegnata e dipinta, rappresentava il cuore dell’espressione artistica».

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 19 novembre 2018. 

 

 

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