Alla riscoperta di Samuel Coledidge-Taylor
Il Catalyst Quartet dedica un disco al compositore afro-inglese, vissuto nell'ultimo quarto dell'Ottocento
Di figure sottovalutate e oscure è ricca la musica di ogni tempo.
Sfortuna, sfasamento nei confronti dei tempi che si sono vissuti (o, al contrario, una grande popolarità in vita la cui eco si spegne con il passare degli anni), simple twists of fate di dylaniana memoria, tante le circostanze che concorrono a lasciare nell’ombra artisti e artiste che meriterebbero – e a volte trovano fuori tempo massimo – ben altre attenzioni.
Tra queste ci sono anche ragioni legate alla razza o al genere, più legate quindi ai pregiudizi di tipo culturale che non alle insondabili trame del destino.
Il Catalyst Quartet, uno degli ensemble più attivi della musica da camera internazionale, ha deciso di dedicare a alcune di queste figure, da Joseph Boulogne Chevalier de Saint-Georges a Florence Price, passando per Samuel Coleridge-Taylor, William Grant Still, Coleridge-Taylor Perkinson e George Walker, un vasto progetto chiamato Uncovered (Azica Records), il cui primo esito registrato è questo disco dedicato a Samuel Coleridge-Taylor.
Musicista dalla vita breve (era nato nel 1875 e morì di polmonite a soli 37 anni) e economicamente incerta nonostante un notevole successo e l’appoggio di colleghi compositori e critici (all’epoca era comune che gli editori pagassero una piccola cifra forfettaria e non riconoscessero poi royalties ai compositori, nonostante il successo), Coleridge-Taylor, che era figlio di una donna inglese e di un medico della Sierra Leone che aveva studiato a Londra ed era tornato in patria senza nemmeno sapere di diventare padre, è stato compositore di grande valore, attratto dall’idea di poter trarre dalla tradizione africana e afroamericana materiali folklorici da incorporare nel linguaggio classico come alcuni compositori (Brahms, Dvořák) avevano fatto con le musiche dell’est europeo.
Il disco presenta il Piano Quintet in G minor, op. 1, con Stewart Goodyear al pianoforte; la raccolta di pezzi per quartetto Fantasiestücke, op. 5 e il Clarinet Quintet in F-sharp Minor, op. 10, magistralmente letto da Anthony McGill insieme al Catalyst.
Si tratta di lavori di chiara impostazione romantica, scritti con particolare attenzione formale, ma anche con un interessantissimo uso di poliritmi e una originale capacità di “reazione” agli stimoli del tempo (basti pensare che il quintetto con clarinetto è stato composto solo quattro anni dopo quello di Brahms).
Musica davvero bella e riletta con grande intelligenza, nonché con il desiderio di renderla nuovamente rilevante per la comunità di ascoltatori.
Consigliato!