Un successo convinto e caloroso corona la lunga serata al Festival di Schwetzingen (quasi cinque ore) dedicata alla mitica regina di Tebe che rivive, orgogliosa, nelle opere di Adriana Hölszky e di Agostino Steffani. Molto festeggiati i due cast, entrambi di alto livello, determinanti per una riscoperta auspicabilmente duratura.

A Strasburgo seconda tappa del viaggio di David McVicar nell'epica wagneriana del "Ring". Riuscita la sua regia dal forte segno personale, cui non corrisponde un'esecuzione musicale piuttosto diseguale, con qualche luce ma anche parecchie ombre nel cast vocale. Appuntamento al 2009 per il "Siegfried".

La Staatsoper di Berlino ripropone il raro "Giocatore" di Sergej Prokof'ev. Convince il moderno ed asciutto allestimento del russo Tcherniakov coprodotto con la Scala di Milano, dove lo spettacolo arriverà in giugno. Splendida la direzione di Daniel Barenboim che ottiene prove superlative dalla sua Staatskapelle Berlin e dai numerosi interpreti. Accoglienza trionfale del pubblico.

Partita da Caen in ottobre, si conclude la fortunata tournée del "Sant'Alessio" di Stefano Landi riproposto da Les Arts Florissants, prima della ripresa ginevrina prevista nel 2011. Anche a Lussemburgo il pubblico ha accolto con entusiasmo l'ottimo cast tutto al maschile guidato con perizia e autorevolezza da William Christie. Il riuscito spettacolo di Benjamin Lazar proponeva un intelligente e moderno esercizio di stile sul teatro barocco.

Buon successo della nuova opera "modaiola" di Giorgio Battistelli, che compone una partitura sontuosa per un libretto esile e non privo di luoghi comuni sul mondo della moda. Lo spettacolo di Michel Simon si fa apprezzare per la mano leggera e la scorrevolezza quasi da musical e conta su un buon cast, convincente fin nei ruoli minori.

A Mannheim va in scena la "Traviata" di Achim Freyer nel segno di un'interpretazione fortemente personale e coerente con il proprio universo espressivo. Regia forte ma resa musicale discontinua, con una protagonista non del tutto all'altezza alla complessità del ruolo. Caldo successo con qualche contestazione a Freyer. Caldamente sconsigliato ai puristi verdiani.

Salutata da uno straordinario successo di pubblico già al suo debutto nel giugno scorso, torna in scena per alcune recite l'opera di Unsuk Chin tratta dal racconto di Lewis Carroll. Un successo che si ripete e che si deve in pari misura alla ricchissima partitura di Chin, al fantasioso e colorato spettacolo di Achim Freyer e alla bravura di una compagnia perfetta. C'è da sperare che l'opera entri stabilmente nel repertorio dei teatri d'opera.

Da una realtà culturale fra le più vivaci ed innovative nel panorama europeo, la colorata carovana dei teatranti catalani arriva a Francoforte e dintorni in occasione della Fiera Internazionale del libro. A Darmstadt, Enric Palomar ripropone la raffinata "Juana" e Carles Santos presenta l'iconoclasta performance "El fervor de la perseverança". A Francoforte successo per la barocca e vitale trasposizione teatrale di Bieito del "Tirant Lo Blanc".

Dopo quasi quattro anni di silenzio, Hans Werner Henze torna al teatro con un'opera-concerto ispirata al mito di Fedra. Con un'esemplare economia di mezzi, Henze compone un lavoro di ammirevole equilibrio e di classiche simmetrie, che conquista il pubblico berlinese. Un successo che deve molto al riuscito spettacolo di Mussbach e Eliasson e agli esemplari interpreti.

Non si può negare a Katharina Wagner un certo coraggio: pur giocando in casa, offre una lettura provocatoria dei "Meistersinger" che la mette in rotta di collisione con il conservatore pubblico di Bayreuth. E cade, ma con dignità. Le vere delusioni sono però soprattutto musicali, con una compagnia con troppi difetti e una direzione musicale che non concede nient'altro che una prova di solida ma generica professionalità.

Alla Mannheimer Mozartsommer debutta con successo l'opera giovanile di Mozart nella realizzazione di Günter Krämer, fra tragedia politica e intrecci amorosi. Un successo che si deve in gran parte all'eccezionale quintetto dei protagonisti. Dirige con competenza e dedizione Adam Fischer.

L'enfant terrible Calixto Bieito colpisce ancora: a Stoccarda mette in scena una "Fanciulla del West" estrema e coerente, che gioca con l'immaginario cinematografico. La sua radicale lettura, fra volgarità e violenza, spacca il pubblico, diviso fra accesi entusiasmi e rumorosi dissensi. Nella debole compagine vocale, si distingue soltanto Tito You grazie alla sua ottima prova come Jack Rance.