In una bella intervista Andrea Centazzo ha detto di sé: «Sono un vecchio gladiatore. Ma il leone che deve mangiarmi non è ancora nato. Per me la vita è un'arena. Ma questo anche per carattere, eh. Diciamocelo chiaramente: sono sempre stato un rompicoglioni e quando qualcosa non mi piaceva l'ho sempre detto, e questo naturalmente non va bene quando fai questo tipo di lavoro. Non so quanti organizzatori ho veramente mandato a stendere, o anche solo cazziato».
Non é uno che le mandi a dire, Centazzo. Ha un carattere spigoloso e lo rivendica, ma rivendica anche il fatto di essere rimasto coerente con se stesso, quando innumerevoli altri musicisti sono, per così dire, scesi a più miti consigli. Con la politica, con gli amministratori, con chi crede di avere voce in capitolo per decidere vita, fortune e poetiche degli altri.
Compositore, ricercatore, specialista ed innovatore delle percussioni sempre un passo avanti nel considerare le nuove risorse dell'elettronica, sempre interessato all’improvvisazione anche radicale, pur non disdegnando affatto di scrivere anche opere liriche.
Una vita in prima linea nel campo delle avanguardie musicali, rari momenti di successo e tranquillità, ad esempio i trascorsi nel gruppo di Giorgio Gaslini, buona parte dell'esistenza passata negli Stati Uniti. Andrea Centazzo, ed è lui stesso a dirlo, a dispetto del fatto che i dischi si vendano e siano diffusi materialmente sempre meno, che la Rete imperi nel sottrarre risorse e favorire la pigrizia di chi dovrebbe presentarsi ai concerti e nei pochi negozi che restano, ha sempre voluto documentare la propria attività. Quasi un rincorrere i rivoli di un percorso frenetico e complesso, in cui è prassi comune rintracciare nomi grossi della creatività musicale.
Il “vecchio ragazzo” friulano allievo di Pierre Favre ha un Fondo e Archivio dedicato presso l'Università di Bologna, istituito nel 2012: lì potete trovare scritti, partiture, registrazioni. La notizia di ora, però, è che per una volta la lungimiranza di un’etichetta di valore e di nicchia, la friulana Nota Records, ha deciso di ristampare gran parte del catalogo fisico di dischi della Ictus, la leggendaria etichetta di Centazzo fondata nel 1976.
La mandata a nostre mani comprende un bel blocco da undici uscite, che andremo ad elencare e sommariamente descrivere in rigoroso ordine cronologico. L’avvertimento è uno solo: ne vale la pena. Se volete fare una cavalcata d'ascolto che vi lasci alla fine con il bisogno di saperne ancora di più, questa è l'occasione giusta. Ci vuole tempo e disponibilità, ma si sa che le pietanze ricche non possono essere trangugiate con voracità, né i vini d’annata tracannati alla bottiglia.
L’avvertimento è uno solo: ne vale la pena.
Quarant'anni esatti separano le prime proposte dall'ultimo documento ristampato in questo lotto. Sono infatti del 1976, l'anno di fondazione della sua etichetta, Clangs e Trio Live. Il primo è un formidabile duo con il soprano (in più richiami per uccelli e un piccolo sintetizzatore) dell’indimenticabile Steve Lacy, il secondo la versione “ripulita" di uno strepitoso concerto del dicembre di quell'anno a Udine, dove oltre a Steve Lacy e Centazzo salì sul palco Kent Carter con il suo contrabbasso.
Dell'aprile 1977 la registrazione nel proprio studio di Drops, dove metalli, pelli, kalimba, fischietti e steel drum di Centazzo dialogano in improvvisazione con le corde acustiche ed elettriche di Derek Bailey. Un anno dopo, novembre 1978, arriva l'avventura radicale di Environment For Sextet, registrazione radio alla stazione WKCR : Centazzo ha attorno le menti più acuminate della nuova scena di New York: John Zorn, Eugene Chadbourne, Tom Cora ( qui indicato come Corra: non è un errore, comunque), Polly Bradfield, Toshinori Kondo.
Si svolsero a Bologna tra l'aprile del’87 e l'agosto dell’88 le registrazioni per The Shadow And The Silence, Centazzo a capo della possente Mitteleuropa Orchestra: un tributo a ciglio asciutto a Pier Paolo Pasolini, sperimentato per la prima volta in concerto nell’ottobre del 1985.
Salto di undici anni per approdare a Highlights From Tina, selezione da un complesso ed emozionante lavoro “live” dedicato a Tina Modotti nel centenario della nascita (1996), recuperato da nastri restaurati: ventuno musicisti in scena, un narratore, un soprano e un baritono.
Quasi identica cronologia per un altro lavoro della “New” Mitteleuropa Orchestra di Centazzo di Rain On The Borders colta a Udine nell'aprile del 1995, e al Time Zones Festival di Bari con la Tiare Suite e la Paso Suite. Gioco di timbri e voci in contrappunto, minimalismo e molto altro in The Heart of Wax, 2001, una suite per la danza costruita su un libretto dimenticato di Alberto Martini (1876- 1954). Nuova registrazione “live” con Snowplow: Andrea Centazzo con le sue percussioni e sampling, Elliott Sharp con le sue chitarre, incisione dal White Box di New York nel febbraio 2010.
Nel 2016 Centazzo invece recupera lo spirito, le forme complesse, perfino la grafica di copertina del magnifico e avventuroso jazz westcoastiano, tutto da riscoprire: lo fa con le composizioni originali del suo West Coast Chamber Jazz Trio, con Jeff Schwartz al basso ed Ellen Burr a tutti i tipi di flauto in L.A. Strictly Confidential.
L’ultimo cd del lotto è un’intensa vetrina sull’interesse duraturo di Centazzo per i timbri orientali: Sacred Gong Dive vede all’opera il compositore e percussionista con gong e tastiere, supportato da Yoko Abe e Achille Succi allo shakuhachi, il flauto in bambù giapponese.
In attesa di altre avventure: Centazzo non si ferma mai.