Raw Like Sushi 30 anni dopo

Una deluxe edition per celebrare il disco più famoso di Neneh Cherry, Raw Like Sushi, che portò la subcultura londinese nel mercato di massa

Jean-Baptiste Mondino - Neneh Cherry Raw Like Sushi
La foto di Jean-Baptiste Mondino per la copertina di Raw Like Sushi di Neneh Cherry
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È da poco uscito Raw Like Sushi – 30th Anniversary Deluxe Edition, riedizione rimasterizzata agli Abbey Road Studios del disco d’esordio di Neneh Cherry con due CD aggiuntivi contenenti 19 remix vintage di “Buffalo Stance” (una hit internazionale da Top 5), “Manchild”, “Inna City Mama”, “The Next Generation”, “Heart” e “Kisses in the Wind” (Top 10 nella classifica Hot 100 di Billboard), e un bellissimo booklet di 48 pagine. La lista dei produttori coinvolti è un autentico who’s who dell’epoca: Massive Attack, Arthur Baker, David Morales, Latin Rascals, e Kevin Saunderson, solo per ricordarne alcuni.

Raw Like Sushi uscì il 5 giugno del 1989, anticipato dal singolo “Buffalo Stance” il 21 gennaio dello stesso anno.

raw like sushi - Neneh Cherry

Rewind: è il 5 giugno 1989, sono a Londra per motivi di lavoro, è mattina, esco dall’hotel e… cos’è successo? In una notte il quartiere è cambiato, i muri sono tappezzati di manifesti con Neneh Cherry nella classica Buffalo Stance, la posa lanciata da Bruce Smith, giocatore di football americano dei Buffalo Bills, braccia incrociate sul petto e sguardo da “se cerchi rogne, le hai trovate”. Presto, un negozio di dischi e se arrivo in ritardo all’appuntamento chi se ne frega! 

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Secondo rewind, più contenuto: quali dischi di hip hop sono usciti nel 1988? Straight Outta Compton dei NWA, Straight out the Jungle dei Jungle Brothers, By All Means Necessary dei Boogie Down Productions, Strictly Business dei EPMD, Critical Beatdown degli Ultramagnetic MC’s e soprattutto quella bomba di It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back dei Public Enemy. Contemporaneamente i DJ e produttori di Chicago sfornavano brani house destinati a cambiare per sempre i dancefloor mondiali. Anche a Londra le cose stavano cambiando, sull’onda delle produzioni di Bomb The Bass (Tim Simenon) e Paul Oakenfold. Bene, prendete tutto questo, mettetelo in un mixer con una spruzzata di pop e R’n’B e la cazzimma di Neneh Cherry, e voilà, Raw like Sushi è servito.

«In retrospettiva "Buffalo Stance" suona così commerciale perché era una hit enorme, da cui non potevi scappare, ma io venivo fuori dal mondo della subcultura» – Neneh Cherry

Subcultura dunque, sparata senza compromessi nel mercato di massa. Gli steccati vengono superati se non abbattuti, l’aria è permeata da uno spirito multirazziale, la musica e la moda mischiano l’alto con il basso, Londra assume una nuova forma: è Buffalo. Neneh Cherry non compare all’improvviso, alle spalle ha le collaborazioni coi Rip, Rig + Panic e coi New Age Steppers, ha condiviso uno squat con Adrian Sherwood, il guru del dub inglese, e quando esce Raw Like Sushi comprendiamo che le canzoni che lo compongono rispecchiano perfettamente il periodo, rifiutando il mantra del guadagno individuale ripetuto fino allo sfinimento dalla Thatcher per dare spazio allo tsunami generato dalla street culture.

Neneh se ne frega altamente delle convenzioni al punto da presentarsi sul palco di Top of the Pops al settimo mese di gravidanza («Ma non è pericoloso?» – «Ehi, sono incinta, non sono malata»).

«Se Sade era apparsa sorseggiando un cocktail e fumando una sigaretta sottile seduta su uno sgabello del silenzioso Wag nell’ultima grande cronaca della Londra notturna, “Diamond Life”, “Raw like Sushi” era pronto a condurci proprio al centro della sua pista da ballo, sgocciolando sudore caldo sotto una mirrorball alle tre del mattino» –  Paul Flynn 

Raw Like Sushi è un disco che esalta la femminilità, declinata però con atteggiamenti maschili: «Ti sei presa il mio uomo e non lo volevo, ma l’hai fatto per ferire i miei sentimenti. Cosa farò adesso è prenderti a schiaffi in faccia». È un disco vario, sfaccettato, che passa con naturalezza dall’hip hop di stampo newyorkese alla torch song, con Neneh sempre a suo agio e credibile, sia nei panni della diva pop sia in quelli della prostituta da club.

Gli anni Ottanta stavano per concludersi, la musica di lì a poco sarebbe cambiata, il Britpop era alle porte: passatemi il paragone (non ne faccio una questione musicale ma di attitudine), come Trump dopo Obama.

Raw Like Sushi è un pezzo di storia, l’immagine di un’epoca di grande dinamismo e di grandi speranze, e questo disco li ha incarnati alla perfezione.

«Neneh Cherry fece un colpo di stato pop in piena regola in nome di una cultura che amava. Con “Raw like Sushi” ridefinì la spavalderia. Now give her a motherfucking beat». – Paul Flynn

Grazie a Claudio Magnani della Universal Music Italia per la preziosa collaborazione.

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