NU, a Novara il festival che non c’era

Il neonato festival NU Arts and Community a Novara fino al 4 ottobre: l'intervista al direttore artistico Ricciarda Belgiojoso

Nu Novara festival
Prove per Pastorale (foto di Elisa Nocentini)
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NU Arts and Community è il nuovo festival che sparpaglierà tra il 29 settembre e il 4 ottobre, tra le strade e i luoghi più simbolici della città di Novara, una sostanziosa manciata di spettacoli e progetti di partecipazione tra teatro, musica, danza, letteratura, circo e arti visive. Un festival che non c’era e che ora c’è.

– Leggi anche: Novara Jazz, l'Italia in Europa

Un progetto che, a giudicare dall’articolato e variegato programma, mira a sparigliare le carte e gli steccati tra le diverse forme espressive. Avviare ex novo un’iniziativa come questa in tempi che possiamo definire perlomeno incerti non è cosa da poco. Se poi questa iniziativa vuole indagare in maniera originale il panorama creativo contemporaneo con sguardo trasversale e inclusivo nei confronti delle differenti forme espressive innestandolo in un territorio che non porta in sé i connotati culturalmente multiformi di una metropoli, la cosa si rivela, al tempo stesso, ancora più sfidante, se non temeraria.

Novara, Broletto
Novara, Broletto

Proprio in merito a questo progetto ambizioso abbiamo posto alcune domande a Ricciarda Belgiojoso, musicista e già alla guida di Piano City Milano, chiamata alla direzione artistica di questa iniziativa novarese.

Com’è nata l'idea del festival NU Arts and Community e come avete declinato il carattere “multidisciplinare” di questa nuova iniziativa?

«Il Comune di Novara desiderava un festival rivolto a tutta la città e in particolare ai giovani. Novara ha già uno dei teatri storici del Piemonte, un importante festival jazz e varie associazioni culturali di letteratura, danza e musica, per cui abbiamo pensato a un festival multidisciplinare, diffuso, con ospiti d’eccezione e collaborazioni con le realtà già presenti in città. NU sta per Nuàra, nome antico di Novara, e per nuove creatività. Il festival si svolge nei luoghi simbolici della città, dal Broletto al Castello Visconteo Sforzesco, dalla Basilica di San Gaudenzio, con la straordinaria cupola di Alessandro Antonelli, a Sala Borsa, tuttora attiva per le contrattazioni del riso, a Casa Bossi, capolavoro del neoclassico italiano».

«NU sta per Nuàra, nome antico di Novara, e per nuove creatività».

«Il programma di NU si muove tra tradizione e innovazione: trovate un Orlando Furioso rivisitato da Italo Calvino, Luca Ronconi e poi Federica Fracassi, accanto a tre film di Man Ray messi in musica da Teho Teardo, autore di colonne sonore di successo di film di Salvatores e Sorrentino, mentre a Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura abbiamo chiesto un omaggio a Isabella Leonarda, compositrice novarese di cui festeggiamo in questo mese i quattrocento anni. Abbiamo anche il circo, dedicato in particolare ai più piccoli».

Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (foto di Roberto Cifarelli)
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (foto di Roberto Cifarelli)

Il festival mette a confronto, appunto, linguaggi espressivi differenti quali teatro, musica, danza, circo, letteratura e arti visive. Esiste un filo conduttore che lega i sette eventi serali e i sei laboratori offerti dal vostro cartellone?

«Oltre a essere multidisciplinare, NU incoraggia il dialogo tra le forme espressive, per cui tutti gli spettacoli ammiccano anche alle altre arti, ed è questo un primo filo conduttore. Apriamo il festival martedì 29 settembre con le animazioni di William Kentridge, artista di caratura internazionale che ha sempre lavorato con il teatro e con la musica. Gli incantesimi e i combattimenti intorno all’Angelica dell’Ariosto, inoltre, qui sono in dialogo costante con la musica. Ancora, il nuovo libro di Chiara Valerio ripensa alla matematica in chiave politica, mentre Pastorale di Daniele Ninarello si rifà innanzitutto a una suggestiva visione di Paul Klee. E così via…».

«Altro filo conduttore sono i progetti di partecipazione – ci chiamiamo, non a caso, NU Arts and Community – che prevedono laboratori in cui i novaresi sono coinvolti in prima persona per esprimere la loro creatività. In questo quadro, Federica Fracassi incontra un gruppo di giovani attori, Daniele Ninarello prevede un warm up del suo spettacolo insieme a un gruppo di anziani, i progetti Stato di Grazia e Solitudo guidano le persone nell’esplorazione della loro anima. Infine, con una call pubblica invitiamo quaranta chitarristi e bassisti a unirsi a Teho Teardo per la performance musicale che chiude il festival».

Anche tu sei coinvolta in prima persona, assieme a Walter Prati, in occasione di un concerto previsto per il 2 ottobre: quali sono gli altri appuntamenti musicali del festival e come li avete scelti?

«La scelta era orientata su spettacoli nuovi e la musica è presente dall’inizio alla fine del festival. Martedì 29 le undici animazioni di Kentridge sono accompagnate da musiche variegate, tutte davvero affascinanti. Mercoledì 30, in Variazioni Furiose il violino di Piercarlo Sacco segue vorticosamente in musica le vicende di tutti i personaggi dell’Ariosto. Lo spettacolo di danza Pastorale che va in scena giovedì 1 ottobre nasce da un interesse di Ninarello per Moondog e la coreografia è pensata sulla musica da Dan Kinzelman. Ninarello e Kinzelman, inoltre, si sono conosciuti proprio a Novara per una residenza artistica, nell’ambito della quale hanno avviato una lunga e proficua collaborazione che li ha già portati in tutto il mondo con altri spettacoli. Venerdì 2 musica elettronica, con Walter Prati all’elettronica e me alle tastiere, e in seconda serata il Pulsar Ensemble. Siamo molto emozionati per sabato 3 ottobre: la tromba di Paolo Fresu e il bandoneon di Daniele di Bonaventura incantano già da tempo il pubblico con le loro sonorità mediterranee, ma questo concerto in San Gaudenzio celebrerà anche la figura di Leonarda, personalità davvero straordinaria. Domenica 4 ottobre la chiusura del festival è con la musica di Teho Teardo, musicista curioso e attento agli stimoli che vengono da altre forme artistiche».

Walter Prati e Ricciarda Belgiojoso (foto di Roberto Masotti)
Walter Prati e Ricciarda Belgiojoso (foto di Roberto Masotti)

Musicista e direttrice artistica: come vivi questa doppia veste nell'ambito di un progetto così particolare?

«Con entusiasmo e concretezza assieme! La serata dedicata alla musica elettronica – venerdì 2 – quest’anno è da seguire da seduti, secondo le attuali norme sanitarie e, al di là di questo dato contingente, nel segno delle nuove produzioni presentiamo due anteprime di dischi di prossima uscita: da un lato, con Walter Prati riprendiamo uno dei brani storici del minimalismo americano, A Rainbow in Curved Air di Terry Riley, che sarà pubblicato a breve per la nuova etichetta Metrica Edizioni; dall’altro, anche Bizarre City del Pulsar Ensemble, con un set-up inusuale di batterie, percussioni, sintetizzatori, campionatori, uscirà presto in disco. Rainbow mi pareva pertinente, perché offre suggestive opportunità di sperimentare diversi approcci esecutivi, sia per la composizione dei pattern che per le sonorità utilizzate: qui proponiamo combinazioni che all’epoca della prima realizzazione del 1968 non era praticabile in un’esecuzione live. Mi piaceva anche come apertura per i Pulsar, che presentano momenti onirici alternati ad altri carichi di una energia travolgente. E poi, chi non vorrebbe suonare in questo nuovo bellissimo festival!».

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