Musica da quarantena: una colonna sonora per i tempi del coronavirus

Bloccati in casa per la quarantena, i concerti annullati causa coronavirus, non resta che ascoltare la nostra playlist a tema 

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Autobus e metropolitane semivuoti. Traffico automobilistico diradato. Locali pubblici deserti, se non chiusi. Poca gente in strada e però all’assalto dei supermercati. Questo il panorama che sta offrendo il Nord Italia nei giorni dell'emergenza coronavirus, come in una prova generale della fine del mondo. Ovviamente pagano dazio anche i concerti, assoggettati – “fino a nuova disposizione” – alla regola di evitare assembramenti di folla, cosicché vengono annullati singoli eventi e intere tournée sono cancellate. Cala un silenzio plumbeo sulle città. Rimangono gli ascolti domestici. Ecco allora una playlist a tema: musica da ascoltare in quarantena, nei giorni del coronavirus in Italia.

Una playlist classica per i tempi di quarantena

1. Laurel Halo, Airsick

Un album dedicato alla nozione stessa di “quarantena”: il primo della produttrice statunitense, eletto nel 2012 disco dell’anno da “The Wire”.

2. Cliff Martinez, Contagion

Quando l’epidemia era confinata ancora in Cina e se ne avevano notizie vaghe, sul web si è acceso un interesse febbrile per il film presentato nel 2011 da Steven Soderbergh alla Mostra del Cinema di Venezia. Sull’onda di SARS e H1N1, descrive il pianeta sotto attacco di un agente patogeno di origine animale. E rivisto ora fa davvero impressione. Alla musica badava una vecchia conoscenza dell’indie rock d’oltreoceano, già con Captain Beefheart, Lydia Lunch e Red Hot Chili Peppers.

3. The The, Infected

E poi torna in mente un disco dal cuore degli anni Ottanta, secondo per il londinese Matt Johnson con il progetto The The. Ciascuna canzone era accompagnata da un video: girato nella giungla peruviana in stile Fitzcarraldo, quello del brano d’apertura, che intestava l’opera, porta la firma di Peter Christopherson dei Throbbing Gristle.

4. Peggy Lee, "Fever"

Più dell’“infezione” appena evocata, all’amore si associa metaforicamente la “febbre”, come nel sempreverde composto nei profondi anni Cinquanta da Eddie Colley e Otis Blackwell, reso definitivo nella versione registrata nel 1957 da Peggy Lee, già cantante nell’orchestra di Benny Goodman.

5. Erykah Badu, "The Cell"

Nel testo di questa canzone dall’album New Amerykah Part One (2008), che dipinge a tinte fosche la vita nel ghetto, l’artista afroamericana si domanda a un certo punto: “Troveranno mai un vaccino?”.

6. Laurie Anderson, "Language Is a Virus"

Titolo ammonitorio: contagiosa quanto un morbo epidemico, la comunicazione è in grado di provocare danni altrettanto gravi. Basta guardarsi intorno adesso…

7. Joy Division, "Isolation"

“Impaurito ogni giorno, ogni sera”, recita il verso iniziale di un angoscioso brano da Closer, sepolcrale capolavoro della band di Manchester: rifrazione in musica dello stato d’isolamento.

8. Mudhoney, Touch Me I’m Sick

Pietra angolare del grunge di Seattle datata 1988, prima dei Nirvana. Erano i tempi dell’Aids, perciò con gusto provocatoriamente punk: “Toccami, sono malato”.

9. Franco Battiato, "Bandiera bianca"

Per evocare la quarantena, si usa dire “bandiera gialla”: erroneamente. Era tale quando gli equipaggi non portavano malattia. Al contrario, la segnalavano vessilli a riquadri neri e gialli. Per come siamo messi, alziamo invece quella che indica la resa e una richiesta di tregua.

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