Quando l’Europa ti guarda, non puoi fare come se fossi al Festival di Sanremo: e così, alle 22.30 della prima semifinale di Eurovision 2022 sono già passate tutte le 17 canzoni in gara. E adesso che cosa farà il povero cronista fino all’ora di andare a dormire? Scriverà le sue pagelle, naturalmente.
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Le canzoni di questo Eurovision sono in giro da un po’, ma quella che conta è la prima impressione sul palco televisivo. E dunque, via alla rassegna dei brani della prima serata.
Rivedremo, nella finale di sabato, solo i primi dieci. In ordine sparso: Svizzera, Armenia, Islanda, Lituania, Portogallo, Norvegia, Grecia, Ucraina, Moldavia, Paesi Bassi.
Ci mancheranno (ma non troppo) Albania, Lettonia, Slovenia, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Austria
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Albania: Ronela Hajati – Sekret
Neanche il tempo di sedersi sul divano, e l’Albania già spara il migliore dei pezzi da giostra con le catene. Strofa nel registro basso, con un vibe un po’ da raggamuffin nei peggiori bar di Durazzo, atmosfere orientali, obbligatorio ritornello melodico. Ronela dimena la sua lunga coda bionda come un mazzafrusto medievale: occhio in prima fila.
Voto 8 e Targa Ana Mena.
Lettonia: Citi Zēni – Eat Your Salad
Molto citati in questi giorni per la censura della parola «pussy» nel loro brano (ma noi, a differenza della European Broadcasting Union, abbiamo più di sei anni e quindi la scriviamo senza arrossire), i lettoni Citi Zēni si presentano con un brano che esalta uno stile di vita green (che comprende il consumo di verdure, ma non solo – come suggerisce appunto la summenzionata parola proibita). Tra costumi sgargianti e balletti, ne viene fuori una specie di versione hipster dei Ricchi e Poveri. Bella performance, bella la regia.
Voto 7.
Lituania: Monika Liu – Sentimentai
In abito lungo di paillettes e caschetto nero, Monika Liu gioca a fare la diva d’altri tempi. Però canta in lituano. Provate voi a fare la diva d’altri tempi cantando in lituano.
Voto 5.
Svizzera: Marius Bear – Boys Do Cry
Marius Bear canta di sensibilità maschile con il giubbotto di pelle che gli ha prestato suo fratello grande e la stessa verve del tipo svizzero dell’anno scorso di cui ho già dimenticato il nome.
Voto 5 e Premio tipo svizzero dell'anno scorso come si chiama? Sì quello che stava in finale con i Måneskin.
Slovenia: LPS – Disko
Un funkettino blando blando alla Maroon 5, con qualche colore brasiliano, cantato in sloveno. Se vi chiedete come suona questo strambo mix, la risposta è: non particolarmente bene.
Voto 3.
Ucraina: Kalush Orchestra – Stefania
Dati superfavoriti per ragioni politiche, gli ucraini Kalush Orchestra hanno tutti gli ingredienti che servono per una buona canzone da Eurovision: buffi stupidi costumi locali, armonie folk nei cori iniziali, una parte rappata e persino una break dance che sembra uscita da una versione post-sovietica di Beat Street. E ciò nonostante arriveranno in alto in classifica.
Voto 6.
Bulgaria: Intelligent Music Project – Intention
Chiamarsi Intelligent Music Project ed essere presentati come un «gruppo che fa musica sperimentale» da Cristiano Malgioglio è tipo il bacio della morte. In effetti, i bulgari sono una cover band dei Whitesnake. E non c’è nessun Paese europeo in cui questa cosa sia un complimento.
Voto 2 e Premio Miglior cover band dei Whitesnake in gara.
Paesi Bassi: S10 – De Diepte
Atmosfera da cantautrice americana fine anni novanta, ma in olandese. E nonostante l’olandese sia musicale quanto un’affezione del cavo orale, la canzone non è affatto male. S10 la canta emozionata e con personalità.
Voto 7.5.
Moldavia: Zdob şi Zdub & Frații Advahov – Trenulețul
Speravamo che, insieme al cd e a Italia Viva, gli anni 2020 avessero definitivamente consegnato alla memoria anche il turbofolk. Ma del resto, e i fatti recenti lo dimostrano, in Est Europa le cose non vanno mai come speriamo che vadano. Moldavia unico credibile rivale dell’Albania nel circuito degli autoscontri.
Voto 6 e Targa Ronela Hajati.
Portogallo: MARO – Saudade, Saudade
Intitolare un pezzo portoghese “Saudade, Saudade” è come se un pezzo italiano si chiamasse “Pizza, pizza”, o un pezzo sanmarinese “Monte Titano, Monte Titano”, ma la canzone è veramente ottima: una ballad intimista con delle belle armonie vocali e colori afro-lusitani. Replicherà il successo di Salvador Sobral?
Voto 7,5.
Croazia: Mia Dimšić – Guilty Pleasure
“Guilty Pleasure” è un pezzo pop ben scritto, per quanto incredibilmente fastidioso. Purtroppo, in un omaggio a Torino, Mia Dimšić ha comprato il vestito al mercato di Piazza Foroni. E – diciamocelo – ci sono posti migliori dove comprare un vestito elegante.
Voto 5.5.
Danimarca: REDDI – The Show
I tempi sono maturi per un po’ di revisionismo culturale: è dunque tempo di ammettere, da una prospettiva post-femminista, che dal punto di vista musicale il movimento Riot grrrl ha fatto più danni della Xylella.
Voto 4 Non Blondes and I say yeeeee i yeeee i yeeeee eh eh
Austria: LUM!X feat. Pia Maria – Halo
Ci sono molti pezzi dance belli e interessanti musicalmente, ben eseguiti da vocalist intonate e carismatiche. Non è questo il caso.
Voto 2.
Islanda: Systur – Með Hækkandi Sól
Alternative-country all’islandese con un tocco di lustrini, abbastanza alieno ma decisamente intrigante. L’ideale anello mancante fra i Sigur Rós e i Fire Saga.
Voto 7.5 e Premio Jaja Ding Dong.
Grecia: Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together
Con una lunga sequenza iniziale a cappella, algida e intimista, la cantante greca mostra personalità. Poi arriva il ritornello che-deve-per-forza-aprire e il pezzo svacca un po’. Comunque, non male.
Voto 6.5.
Norvegia: Subwoolfer – Give That Wolf A Banana
Si parla molto dei norvegesi Subwoolfer, che negli scorsi giorni hanno fatto un flashmob in piazza San Carlo e che sono ormai delle star di TikTok con il loro balletto. Il pezzo non è memorabile, ma il tocco surreale e le maschere funzionano.
Voto 7.
Armenia: Rosa Linn – Snap
“Snap” dell’armena Rosa Linn ricorda un po’ “Little Talks” degli Of Monsters and Men, in versione lenta. Ed è un buon pezzo, con una delle performance migliori dal punto di vista scenografico.
Voto 7.5.
Fuori concorso.
Francia: Alvan & Ahez – Fulenn
La Francia non vince l'Eurovision dal 1977, e non c'è ragione di credere che cambierà qualcosa.
Voto 4.
Italia: Mahmood & Blanco – Brividi
Non si può votare per la propria nazione a Eurovision.
Voto: s.v.