Venticinque cantanti in gara, delle scelte sulla carta pericolosissime, aspettative altissime (o bassissime) puntualmente confermate: è la serata delle cover di Sanremo 2022. Un po’ karaoke, un po’ pianobar, un po’ giostra con le catene: solo per stomaci forti.
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– Leggi anche le pagelle dei brani in gara della seconda serata
Noemi - “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman”
Il trucco per cantare in inglese se non hai una pronuncia da Oxford English è stringere le vocali un po’ a sentimento. Noemi ci mette sopra anche un po’ di naso chiuso, per rendere il tutto più intrigante.
VOTO düüüüüüüe
Giovanni Truppi con Vinicio Capossela e Mauro Pagani- “Nella mia ora di libertà”
C'è da dire che Giovanni Truppi non ci tiene a presentarsi come un cantautore serioso nel contesto iper-pop di Sanremo. Vorrebbe nasconderlo, per conformarsi agli altri cantanti, e cerca infatti di mimetizzarsi in tutti i modi. Prima indossa delle canottiere stile «me so’ messo il primo straccetto che ho trovato» (con unico ornamento il premio della critica, sobriamente allacciato intorno al collo tipo collana da pappone). Poi, nella serata delle cover, coerentemente, sceglie un pezzo di un autore molto pop, peraltro un pezzo notissimo – non uno del repertorio meno noto del detto autore. Si porta pure un musicista molto famoso nel circuito mainstream come Vinicio Capossela, e siccome vorrebbe anche una parte di armonica un po’ alla Dylan chiede di venire a suonarla a Mauro Pagani, noto arrangiatore di dischi pop mainstream. Poi, il brano è bello (e grazie…) e la performance è pulita. Rimane però un grosso MEH, a cui contribuisce la scelta di impostare il tutto su un garrulo um-pa um-pa. Detto ciò, a questo Sanremo a quanto pare non si può dire male di Truppi, né noi lo faremo.
VOTO meh
Yuman con Rita Marcotulli - “My Way” di Frank Sinatra
Yuman ha preso ripetizioni di inglese da Noemi, ma invece di stringere le vocali biascica le parole, e come ciliegina ci mette uno spleen camusiano, come se invece di omaggiare Sinatra stesse cantando “Hurt” (versione Johnny Cash). Passava di lì per caso Rita Marcotulli e l’hanno messa al pianoforte
VOTO Maeueiiii
Le Vibrazioni con Sophie and the Giants e Peppe Vessicchio – “Live and Let Die”
Se fino all'anno scorso si poteva cantare solo in italiano ci sarà stato un perché, e non avrei certo voluto riscoprirlo stasera. Sophie, almeno, è madrelingua. Le Vibrazioni tutto sommato tirano fuori una performance energica. Niente però riesce a sviare l’attenzione dal loro cantante, neanche una scenografia con un cartonato di Peppe Vessicchio.
VOTO 4.5 e Premio Sono la räna dalla böcca lärga
Sangiovanni con Fiorella Mannoia - “A muso duro”
Buona scelta di brano, performance tutto sommato inutile ma che almeno ha il merito di non fare troppi danni. Come quando hai mezza squadra in infermeria e l'importante è non prenderne troppi. Serve anche questo, nella serata cover.
VOTO 6
Emma con Francesca Michielin - “Baby One More Time”
Un’ottima Francesca Michielin riesce a evitare il naufragio di una Emma che sale sul palco digerendo il piatto di bombette da asporto che aveva ordinato ore prima, ma il Glovo era in ritardo. La scelta di una Britney vintage si prestava, volendo, a una lettura ironica, sorridente almeno. E invece no: qualche mossetta rigida, coreografata e provata poco. Occasione sprecata.
VOTO 5 e Targa Citrosodina
Gianni Morandi con Jovanotti e Mousse T - “Medley”
Morandi avrebbe potuto arrovellarsi per trovare una cover tra il milione di canzoni di altri che ha cantato lungo la sua carriera; una scelta raffinata, originale. Avrebbe potuto. Ma perché farlo? Siamo a Sanremo. La gente vuole divertirsi. Lui in repertorio ha già pronti un paio di petardi non da poco come “Occhi di ragazza” e “Un mondo d’amore”. Ha anche invitato Jovanotti che gli porta in dote “Ragazzo fortunato” e “Io penso positivo”. Non serve neanche provare, si va su e si canta, un pezzo a testa. E funziona.
VOTO 7 ti piace vincere facile
Elisa - “What a Feeling”
Scelta originale, che Elisa interpreta benissimo (e pure in un buon inglese!). Chiaramente, se Flashdance deve essere, che Flashdance sia: senza particolare sforzo di originalità c'è infatti anche una ballerina (Elena D’Amario). Peccato per la regia Rai che spreca anche questa occasione, con delle scelte che in confronto Telecupole sembra Ken Russell (con tutto il rispetto per Telecupole, e per Ken Russell).
VOTO 8
Achille Lauro con Loredana Bertè - “Sei bellissima”
Forse Lauro dovrebbe spostarsi su questo repertorio, perché lo canta molto meglio dei brani suoi. Bella.
VOTO 7,5
Matteo Romano con Malika Ayane - “Your Song”
Dei Minghi e Mietta per il secolo ventuno. Matteo Romano, tra i giovani, è decisamente quello che esce meglio da questo festival.
VOTO 6,5.
Irama con Gianluca Grignani - “La mia storia tra le dita”
Un po’ Jack White, un po’ Jack Black, Gianluca Greygnani si presenta sul palco con un cappellaccio e l’andatura caracollante da vera rockstar. Non c’è giudizio moralista, davvero: molti musicisti maledetti e con problemi di dipendenze hanno creato grande musica. Ma non è il caso di Grignani. Irama dal canto suo vorrebbe palesemente sotterrarsi, come quando il tuo vecchio zio a Natale ti chiede se hai la fidanzata e ti alita in faccia una zaffata di Grand Marnier.
VOTO 2 Paura e disgusto a Sanremo
Ditonellapiaga e Rettore - “Nessuno mi può giudicare”
Sulla carta la scelta del brano simbolo di Caterina Caselli è ottima da più punti di vista. L’arrangiamento però non è né carne né pesce, e la performance ne esce molto moscia. Peccato.
VOTO 5
Iva Zanicchi - “Canzone”
Per omaggiare Milva (bel gesto), Iva Zanicchi decide di sgolare a pieni polmoni una versione di “Canzone” (gran brano di Don Backy e Detto Mariano). Se ci mettete sotto un chitarrone diventa un pezzo dei Lacuna Coil. Ehi ma aspetta: c’è già il chitarrone! Arrangiamento scellerato.
VOTO 4 e medaglia speciale Eagles of Ligonchio of Death Metal
Ana Mena con Rocco Hunt - Medley
Un medley con “Il mondo”, “Figli delle stelle” e “Se mi lasci non vale”. Rocco Hunt che aizza il pubblico e ci mette un rap in mezzo, fino a quando non scende la coda di coniglio e vinci un altro giro. C’è l’effetto “Orchestra Mario Canello” a capodanno? Sì. È musica da giostra con le catene? Lo è. Ma non è necessariamente un male: Ana Mena sa stare sul palco molto meglio di buona parte delle altre cantanti in gara, e fa benissimo il suo. E divertiamoci un po’, che ne mancano ancora undici!
VOTO A e i o u YPSILON!
La Rappresentante di Lista con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra - “Be My Baby”
Al quindicesimo cantante in gara arriva finalmente un arrangiamento. Cioè un arrangiamento vero, originale, che non gigioneggia come al pianobar o replica maluccio l’originale. Non è tutto a fuoco: l’egotrip finale di Cosmo, per esempio, si poteva tranquillamente evitare. Ma almeno c'è il coraggio di metterci qualcosa di proprio.
VOTO 7,5
Massimo Ranieri con Nek - “Anna verrà”
Uno si distrae un momento, la palpebra si abbassa sulla voce di Ranieri che accarezza Pino Daniele, dolce, dolce… E lì arriva Nek a ricordarti che la vita è dolore.
VOTO 4 Anna non c’è, è andata via
Michele Bravi - “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi”
Le discese ardite ma senza le risalite.
VOTO 1 e Targa “Bravi ma basta”
Mahmood e Blanco - “Il cielo in una stanza”
Quest’anno è il loro anno: non sbagliano un colpo. Cover da brividi di una canzone insidiosissima – proprio perché il modello con cui confrontarsi è già una cover, quella di Mina. I due la affrontano con delicatezza e carisma, con armonizzazioni bellissime e senza una sola nota di troppo. Se non vincono la serata cover, possano spalancarsi le porte dell'Ade e i segugi dell'inferno devastare il Festival di Amadeus per mille anni e mille ancora. [EDIT: e infatti ha vinto Gianni Morandi. Liberate i cani].
VOTO 10
Rkomi con Calibro 35 - “Medley Vasco Rossi”
Rkomi, parliamone. Ti porti quello che è probabilmente il gruppo italiano più groovy degli ultimi dieci anni. Fai un medley di Vasco, scegliendo pure dei pezzi intriganti e non scontati. E li canti con la voglia di vivere di uno che sta in coda in posta ad aspettare lo SPID. Perché lo fai?
VOTO 1 Vago, al massimo
Aka 7even con Arisa - “Cambiare” di Alex Baroni
È un buon momento per sintonizzare il nuovo decoder. Non vorrei correre il rischio di poter vedere soltanto Rai Uno, Rai Due e Rai Tre.
VOTO no.
Highsnob e Hu con Mr. Rain - “Mi sono innamorato di te”
Con una canzone del genere, il risultato poteva essere o un momento di puro e limpido genio, oppure un disastro aereo con mutilazioni e cannibalismo dei sopravvissuti. Credo che sappiamo tutti come è andata a finire.
VOTO 1-
Dargen D'Amico - “La bambola”
Dargen è esperto di cover vintage (vedi sotto), e con "La bambola" centra il bersaglio. Non commette l'errore di cantare il ritornello, perché è ben consapevole – a differenza di molti colleghi – di non avere la voce per certe cose. Rimedia con un arrangiamento fresco, un paio di trovate di produzione e aggiungendo una sua strofa rap perfettamente in linea con il testo originale. Così si fa.
VOTO 9
Giusy Ferreri con Andy dei Bluvertigo - “Io vivrò senza te”
#SanremoGreen: lo sapevate? Con le rotazioni assiali di Battisti nella sua bara si può fornire energia elettrica a una piccola città, per un anno.
VOTO 1 e Premio "Piangerò"
Fabrizio Moro - “Uomini soli” dei Pooh
Per arrivare a prendere quel «dio delle cittaaaà» del ritornello Moro deve partire da un registro di octobasso. Poi, quando si arriva al punto chiave, l'arrangiatore ci infila una cassa dritta, senza ragione particolare se non quella di infastidirci. Ed è lì che Moro infila la sua signature move, che consiste nello sbracare malamente.
VOTO 3 e non si scherza con i Pooh
Tananai con Rose Chemical - “A far l'amore comincia tu”
Sufficienza raggiunta: l'arrangiamento leggero e vivace funziona, e Tananai affronta la sua parte con un distacco ironico che azzecca il tono del pezzo. Non male anche l'inserto originale di Rose Chemical.
VOTO 6,5