Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2021 (seconda serata)

Seconda serata del Festival di Sanremo 2021, seconda puntata delle nostre pagelle

Festival di Sanremo seconda serata pagelle
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Seconda serata del Festival di Sanremo 2021. Il metabolismo dei telespettatori, provato da mesi di coprifuoco, è ormai tarato per addormentarsi al più tardi alle 22.30 ma a mezzanotte e un quarto mancano ancora mezza dozzina di cantanti.

– Leggi anche: Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2021 (prima serata)

In più chi – come me – segue il Festival su RaiPlay, applicazione nota per la sua affidabilità in tutto il terzo mondo, sperimenta sovente un curioso sfasamento tra labiale e suono, che evoca subito un mondo notturno fatto di Ghezzi e cinematografia sperimentale. E invece no, è proprio il Festival di Sanremo: giusto un pisolino su Marcella Bella e si tira fino alla fine: ecco le pagelle della seconda serata.

– Leggi anche: Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2020 (prima serata)

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Le pagelle delle nuove proposte

1. Wrongonyou – “Lezioni di volo”

La proposta è interessante, la canzone non esalta ma quantomeno ha una produzione in linea con il 2021.

VOTO 6.5

2. Greta Zuccoli – “Ogni cosa sa di te”

Ha una buona canzone, ben scritta, molto raffinata. Purtroppo nella canzone pop di oggi il confine tra raffinatezza e dislalia è una lama sottile.

VOTO 6.5 e Targa Levante

3. Davide Shorty – “Regina”

Un groove da pomicio anni Settanta per un pezzo sciapo sciapo. E quando pensi che non possa andare peggio, arriva la parte rappata.

VOTO 4

4. Dellai – “Io sono Luca”

Due gemelli a Sanremo. È proprio vero che le disgrazie non vengono mai da sole.

VOTO 1+1

Le pagelle dei Big

1. Orietta Berti - “Quando ti sei innamorato”

Solo rispetto per Orietta Berti.

(E quando COSÌ DE BOTTO SENZA SENSO entra il trap beat del charleston si vola, si vola sopra Cavriago verso Atlanta, verso Miami, verso l’infinito)

s.v. e Premio Speciale Orietta Berti

2. Bugo - “E invece sì”

Parte Battisti (i riff di ottoni…), un po’ di Vasco, un po’ di Pappalardo, un po’ di Celentano, torna Battisti. Insomma, è Bugo. Nel generale revival del sound anni Ottanta lui punta ancora ai tardi Settanta (e pensare che amava il sintetizzatore…). Fatti i conti, rimane l’impressione, già avvertita l’anno scorso, che sia un dieci-quindici anni in ritardo sulla sua partecipazione a Sanremo.

VOTO 6

3. Gaia - “Cuore amaro”

Non è Sanremo senza un po’ di svacco latino, e Gaia lo balla con l’algida sensualità di un Thom Yorke.

VOTO 2

4. Lo Stato Sociale - “Combat Pop”

Tra i peggiori fallimenti della Riforma universitaria del 3+2 possiamo senz’altro annoverare Alessandro Di Battista, Avincola e Lo Stato Sociale. E poi, che ansia ‘sto Stato Sociale, che deve farti ridere a tutti i costi, che deve fare la trovata buffa a tutti i costi, e il trucchetto, e lo scatolone, e il cambio d’abito, e l’ammiccamento che a forza di ammiccare si finisce con la congiuntivite. La strategia è fare di tutto per distrarre la gente dal brano, sperando non si renda conto che è mediocre.

VOTO 6 perché mi sono distratto

5. La Rappresentante di Lista - “Amare”

La canzone è bella e cantata bene. Peccato che li abbiano tappati come dei Jalisse queer.

VOTO 7.5 e Premio Fiumi di parole tra noi

6. Malika Ayane - “Ti piaci così”

Malika Ayane canta molto bene, il pezzo non è male. Ora possiamo – come per Renga – tornare a dimenticarci di lei fino alla prossima volta.

VOTO 6 e diritto all’oblio

7. Ermal Meta - “Un milione di cose da dirti”

Ermal Meta al suo produttore: «Oh fra mi è venuta un’idea per Sanremo. Faccio un pezzo che parte solo piano e voce, tipo a una tonalità bassissima» – «E poi?» – «E poi a un certo punto mi incazzo e canto il titolo della canzone» – «GENIO!».

VOTO 5 e Premio Analcolico Fabrizio Moro

8. Extraliscio feat. Davide Toffolo - “Bianca luce nera”

Prevedibilmente, alla grande. Tra i Calexico e Casadei, alieni il giusto da Sanremo ma allo stesso perfettamente calati in quella storia di esotismi e musiche da ballo che è il Festival. Anche se rimane una proposta più per la giuria critica che per il pubblico a casa.

VOTO 8 e Targa Avion Travel

9. Random - “Torno a te”

Quando Random fa il soundcheck ai concerti il fonico gli dice sempre «Sì, non ti preoccupare, poi il suono migliora quando arriva il pubblico». Ma all’Ariston non c’è nessuno.

VOTO 1 e Premio Sparare sulla Croce rossa

10. Fulminacci - “Santa Marinella”

Quell’anello mancante tra De Gregori e Calcutta di cui nessuno sentiva veramente il bisogno.

VOTO 5.5

11. Willie Peyote - “Mai dire mai (La locura)”

«Farò un pezzo rap, a Sanremo, in cui prendo in giro i rapper che sono schiavi dell’hype e l’industria musicale schiava della moda» dice il giovane rapper alla moda sul palco di Sanremo, mentre controlla quante volte lo hanno taggato. E già che c’è ci mette dentro un po’ di mala tempora currunt sull’Italia.

VOTO 2 e fastidio

12. Gio Evan - “Arnica”

Gio Evan è diventato famoso scrivendo poesie su Instagram che ricordano quelle di Brunello Robertetti, con la significativa differenza che si prende sul serio. A un certo punto ha deciso di fare anche canzoni: è il caso di “Arnica”, una canzone-elenco in piena tradizione indie che punta tutto sulla non intelligibilità di quello che viene cantato. Se chiudete gli occhi, andate nell’altra stanza e mettete su un disco qualunque potreste anche pensare che sia un buon pezzo.

VOTO 1

13. Irama - “La genesi del tuo colore”

Irama non può esibirsi perché in isolamento fiduciario, e il complesso protocollo anti-covid del Festival prevede la possibilità di fare esibire al suo posto un cosplayer di Massimo Di Cataldo. Che esegue una canzone di Irama di cui nessuno, all’1:12, sentiva veramente il bisogno (ma che girerà un sacco in radio, garantito).

VOTO 5

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