Kanye West e Pusha T rapper bipolari

Il suo nuovo disco ye e Daytona di Pusha T sono i primi di una serie di lavori in arrivo per Kanye West

Kanye West
Kanye West
Articolo
pop

 "I pensieri più belli si accompagnano a quelli più tenebrosi"

Comincia con questa frase ye, il nuovo album di Kanye West, preceduto di sette giorni da Daytona di Pusha T (da lui interamente prodotto). E non è ancora finita: nel mese di giugno usciranno altri tre lavori.

Partiamo dalla copertina di Daytona: è una foto scattata nel 2006 che ci restituisce il caos che regnava nel bagno di Whitney Houston, all’epoca in uno dei suoi picchi della dipendenza dal crack. Kayne West ha pagato $85.000 per averla, scatenando le proteste dei parenti della cantante scomparsa nel 2012. Il titolo, Daytona (non la città ma il modello di orologio della Rolex), rafforza l’immagine di opulenza decadente in cui vivono molte star, la “luxury of time”, come dice Pusha T, il quarantunenne rapper nato nel Bronx.

Daytona cover

Con una carriera quasi venticinquennale alle spalle, prima con il fratello Gene nei Clipse, affiliati al team di produzione The Neptunes diretto da Pharrell Williams, e poi da solista, Pusha T ha una produzione discografica piuttosto limitata (il suo album d’esordio My Name Is My Name è uscito solo nel 2013), anche se il rispetto che si è guadagnato ne fanno un personaggio di spicco nell’ambiente del rap.

Ci sono voluti diciotto mesi per completare Daytona nella villa-studio di registrazione di Kanye nel Wyoming ma il risultato finale è di alto livello: sette brani per un totale di ventuno minuti (la brevità sarà una costante di queste uscite ravvicinate), beat e campionamenti assolutamente brillanti, Pusha T come al solito alle prese con storie di spaccio e paura, un attacco a Drake per quello che è più di un sospetto sull’uso di un ghost writer, e un altro a Lil Wayne.

L’accoppiata "Hard Piano"/"Come Back Baby" è spettacolare, con quei campionamenti soul che rimandano a The Life of Pablo rappresenta il vertice di un album pienamente riuscito, destinato a fare da colonna sonora ai barbecue estivi dei thugs.

“Odio essere bi-polare, è fantastico”.

Brusco stacco: un’auto (conoscendo il personaggio, immagino un SUV nero con vetri oscurati) si inerpica per le strade del Wyoming, Kanye West abbassa il finestrino e scatta una foto al panorama circostante col suo iPhone, poco prima di arrivare alla sua villa di Jackson Hole dove è prevista la festa per la presentazione del suo nuovo disco. A sentire sua moglie Kim Kardashian nasce così la copertina di ye, con l’aggiunta della frase “Odio essere bi-polare, è fantastico”. E arriviamo subito al punto: Kanye ha vissuto gli ultimi anni costantemente sotto la luce dei riflettori (una sua scelta, va ricordato) e a un certo punto ha sbroccato, finendo in ospedale dove gli è stato diagnosticato un disturbo mentale, con conseguente prescrizione di medicinali a base di oppiacei e con la paura di fare la stessa fine di Michael Jackson e Prince. 

ye Kanye West

“Non accetto consigli da gente che ha avuto meno successo di me”, la frequentazione con Trump, la foto postata su Twitter con il cappellino Make America Great Again, “la schiavitù è stata una scelta”: gli ultimi due anni sono stati costellati da una scelta discutibile dietro l’altra e ye (come il soprannome con cui gli amici lo chiamano) sembra un messaggio, peraltro molto auto-assolutorio, di scuse ai suoi fan e a sua moglie (“mia moglie mi chiama, sta urlando, dice che stiamo per perdere ogni cosa, ho dovuto calmarla perché non respirava più, le ho detto che avrebbe potuto lasciarmi ma lei non l’ha fatto” – "Wouldn’t Leave").

L’impressione è che l’album abbia ricevuto importanti cambiamenti (anche nei titoli) nell’ultima settimana prima dell’immissione sul mercato, permettendo l’aggiunta di riferimenti agli episodi prima ricordati: ce n’è uno alle accuse di molestie ricevute da Russell Simmons, co-fondatore con Rick Rubin dell’etichetta Def Jam, e alla campagna #metoo, uno alla celebre intervista concessa a TMZ ("Ho detto che la schiavitù fu una scelta, loro hanno detto: 'Cosa, Ye?', immaginate solo se mi avessero preso in una giornata di luna storta”), e molti ai medicinali presi nell’ultimo periodo.

Sette brani, ventitré minuti, collaboratori come Ty Dolla $ignKid CudiYoung ThugCharlie Wilson John Legendye, pur essendo l’album più conciso di Kanye West, non delude e rappresenta un passo avanti rispetto a The Life Of Pablo.

Probabilmente non è più lui il rapper più influente della scena, ma questo disco ci dice che Kanye West, a quarant’anni e con tutti i suoi problemi, è ancora in grado di dire la sua. Questo è sufficiente per farci aspettare con curiosità le prossime uscite.

"Questa è la mia merda bipolare, è il mio superpotere: sono un supereroe, sono un supereroe!”

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

pop

Una riflessione sulla vita di Quincy Jones, scomparso a 91 anni

pop

Che cosa non perdere (e qualche sorpresa) a C2C 2024, che inizia il 31 ottobre

pop

Fra jazz e pop, un'intervista con la musicista di base a Londra