Incontri cosmici di Scodanibbio

Una raccolta di creazioni estemporanee del contrabbassista prematuramente scomparso insieme ad amici musicisti

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Stefano Scodanibbio
Incontri & Reunions
I Dischi di Angelica


Spesso banalizziamo, citandola fuori luogo, la frase "i grandi artisti non muoiono mai, vivono per sempre nelle loro opere". Vorremo usarla, nel rispetto del suo contenuto più vero, con leggerezza e senza enfasi per Stefano Scodanibbio, contrabbassista, compositore, agitatore e viaggiatore culturale scomparso nel 2012, troppo presto.

Ce ne dà l'occasione la recente uscita di Incontri & Reunions (I Dischi di Angelica), che raccoglie preziosi documenti sonori che vanno dal 1996 al 2008. Una serie di incontri musicali, in festival e rassegne, tra Europa e Stati Uniti. Trii e duetti, all'insegna dell'amicizia, della condivisione dell'improvvisazione vissuta non solo come strumento di immersione nei meandri dei suoni, dai più dolci ai più inquieti, ma anche come scenario dove strumento, mente e corpo si fondono in un rito di profonda spiritualità.

L'apertura "Fantasia Farnese" - con Garth Knox al violoncello - e in chiusura "Spiraglio" - con il soprano di Bruce Ackley - ne rappresentano emblematicamente il manifesto. In una tensione costante e incontenibile le corde si scambiano sogni, disegnano mondi fantastici: evocano sitar, chitarra blues, arpa, violino, muovendosi come fantasmi in una ambientazione mistica dal sapore orientale. In "Spiraglio" si respirano invece tentazioni melodiche, mai banalizzate però, giocate sul filo dell'emozione, dell'intimità, dello scambio. Con il violoncello di Rohan de Saram, Scodanibbio omaggia amici compositori titolando le brevi improvvisazioni confidenzialmente con i loro nomi: "Salvo" (Sciarrino), "Helmut" (Lachenmann), "Iannis" (Xenakis), "Julio" (Estrada), "Franco" (Donatoni), "Pierre" (Boulez), "Luciano" (Berio), "Brian" (Ferneyhough). Per ognuno un ritratto rigoroso, uno schizzo astratto, un mondo sonoro. Una foto di gruppo di grandi del Novecento musicale.

Di estremo interesse anche i brani in trio (con Mike Svoboda, trombone, e Michael Kiedaisch, percussioni), dove gli sviluppi ritmici, l'agilità corrosiva del trombone, permettono a Scodanibbio di esporre la straordinaria capacità timbrica, la maestria con l'archetto nell'accendere lampi, tracciare traiettorie cosmiche. Sorprendente, soprattutto sul piano della miscela dinamica e dell'impasto dei suoni, "Granada", dove il contrabbasso si confronta con il sintetizzatore di Terry Riley. Il brano risulta però meno coinvolgente, più distaccato. Incontri & Reunions è un lavoro da ascoltare in religioso silenzio, per non perderne nessuna sfumatura, nessuna inquietudine, nessuna bellezza. Incredibilmente alla fine non ci sfiorerà nemmeno l'idea di classificarlo. Semplicemente perché abbiamo ascoltato Musica.

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