I migliori dischi del 2023

Le classifiche dell'anno secondo la redazione del giornale della musica

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Dicembre, andiamo è tempo di classifiche: anche il giornale della musica non può sottrarsi al gioco (ormai un po' logoro, lo ammettiamo) dei migliori dischi usciti nell'anno che sta per finire. 

Rispetto agli anni scorsi, però, cambiamo formula: non più "i migliori dischi di CLASSICA" o "i migliori dischi di JAZZ" ma liste aperte, scelte secche, 10 titoli per collaboratore.

– I 10 migliori dischi del 2023 di Enrico Bettinello

– I 10 migliori dischi del 2023 di Bizarre

– I 10 migliori dischi del 2023 di Ennio Bruno

– I 10 migliori dischi del 2023 di Alberto Campo

– I 10 migliori dischi del 2023 di Luca Canini

– I 10 migliori dischi del 2023 di Nazim Comunale

– I 10 migliori dischi del 2023 di Guido Festinese

– I 10 migliori dischi del 2023 di Alberto Massarotto

– I 10 migliori dischi del 2023 di Stefano Nardelli

– I 10 migliori dischi del 2023 di Alessandro Rigolli

– I 10 migliori dischi del 2023 di Paolo Scarnecchia

– I 10 migliori dischi del 2023 di Jacopo Tomatis

Da un lato, dietro la "riforma" c'è la consapevolezza che è difficile trovare l'accordo fra gusti diversi, sicché – ci sarebbe una ricca anedottica sul tema – il gioco delle classifiche collettive degli scorsi anni era spesso un esercizio di dialettica, un braccio di ferro fra critici per far entrare nel best of questo o quel titolo. Quante amicizie si sono rovinate sulle classifiche dei dischi di fine anno.

Prova ne è che Stefano Nardelli, Alberto Massarotto e Paolo Scarnecchia – che pure si dedicano tutti e tre ai migliori dischi di CLASSICA – si muovono fra scelte molto diverse, fra la musica antica e il contemporaneo, fra il repertorio e le prime incisioni. Lo stesso fa Alessandro Rigolli, che sintetizza jazz, contemporanea ECM e Deutsche Grammophon.

Dall'altro, è vero che gli steccati dei generi – già tarlati da decenni – sono ormai completamente in rovina. Gli ascoltatori consapevoli del ventunesimo secolo sono abituati a muoversi fra suoni molto diversi, e a seguire percorsi che rispondono primariamente al proprio gusto, alla propria sensibilità, alla propria curiosità. Così, se Luca Canini si dedica a titoli più direttamente ascrivibili al JAZZ (ma quale jazz, potremmo chiederci), Enrico Bettinello allarga la categoria mostrandosi attento alle declinazioni più interessanti della forma-canzone contemporanea, Nazim Comunale pesca dall'improvvisazione – soprattutto italiana – per compilare una lista eccentrica, mentre Guido Festinese tiene insieme psichedelia, folk, vecchi eroi del progressive, musiche afroamericane e altro ancora.

Se la WORLD MUSIC è ormai categoria che ha poco senso – in ogni classifica, o quasi, ci sono titoli di musiche "altre" – sul fronte del POP la confusione è grande, ed è bello sia così. BizarreAlberto Campo e Jacopo Tomatis si mostrano attenti al quello che una volta avremmo detto "indie" o "rock alternativo" e alla canzone, ma con deviazioni verso elettronica, jazz e – appunto – suoni dal mondo; lo stesso fa Ennio Bruno, che tira fuori tutto il suo amore per le musiche nere...

... come avrete capito, queste 12 classifiche per un totale di 120 dischi (un po' di meno, in realtà) non raccontano forse "i migliori dischi del 2023" ma qualcosa di intimo e di personale di ciascuno di noi, che le abbiamo scritte.

Si diceva, "un po' di meno" – perché sì, anche senza mettersi d'accordo qualche convergenza di pensiero c'è stata. Il disco dell'anno è forse allora il gioioso congedo dal mondo di Jaimie Branch, Fly or Die, citato in ben 5 best of.

Citazioni multiple anche per la Targa Tenco Spira di Daniela Pes (tre), False Lankum dei dublinesi Lankum (tre).

Seguono con due citazioni a testa NíJar di Paolo AngeliJavelin di Sufjan StevensSynthesized Sudan del misterioso JantraRain Before Seven… della Penguin Cafe e gli Irreversible Entanglement di  Protect Your Light.

Buon ascolto!

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