Dopo la versione per forza di cose in streaming dello scorso anno, quest’anno il festival torinese Club to Club torna, come la didattica, in presenza: bisogna ancora rinunciare alla sede storica del Lingotto, mentre continua la collaborazione con le OGR (anche se la capienza dovrà essere ridotta, non è ancora chiaro di quanto).
Non è una ripartenza a pieno regime, dunque, ma è pur sempre una ripartenza. Nell’ultimo anno l’associazione culturale Situazione Xplosiva non è stata con le mani in mano – come ricordato da Sergio Ricciardone, presidente dell’associazione nonché direttore artistico del festival, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione di quest’anno –, realizzando eventi digitali e nuove forme di produzione a Torino ma anche a Milano, a Ibiza – l’esibizione di Arca con le riprese di Weirdcore – e a Londra.
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Mettere in piedi questa nuova edizione non è stato semplice a fronte di regole in continuo mutamento, a seconda dell’andamento della pandemia: pensate che gli organizzatori hanno lavorato a tre diversi scenari possibili, con un dispendio di energie non indifferente. Probabilmente questo lavoro tornerà utile per la prossima edizione per la quale, come anticipato sempre da Ricciardone, ci sono già venti artisti confermati, vale a dire coi contratti firmati.
A questo punto bisogna incrociare le dita e sperare che il numero dei contagi diminuisca ulteriormente, non solo in Italia ma anche negli altri paesi europei: quest’anno quattro slot sono occupati da artisti provenienti dall’Inghilterra, dove è forte il rischio di un nuovo lockdown. Dai, siamo ottimisti e snoccioliamo i nostri consigli come se nulla fosse: andrà tutto bene. Oddio, dove ho già sentito questa frase?
Si comincia giovedì 4 novembre, serata dedicata soprattutto ad artisti italiani, e io punterei sulla collaborazione tra l’artista di origine dominicana ma residente in California Kelman Duran e il torinese Mana.
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Il giorno seguente, 5 novembre, sempre alla OGR, i nomi sicuri sono quelli di Beatrice Dillon e Koreless, i cui dischi più recenti ci sono piaciuti: Workaround di Dillon meritò l’ottava posizione nella nostra Top 20 del 2020.
La sorpresa potrebbe essere però rappresentata dal produttore finlandese Ripatti – conosciuto anche come Vladislav Delay -, il cui Fun Is Not a Straight Line è uno degli album footwork più divertenti di quest’anno.
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Sabato 6 sarà la serata di Caterina Barbieri in compagnia di Ruben Spini ma soprattutto della Manchester notturna e piovosa degli Space Afrika, il cui Honest Labour è destinata a entrare nelle classifiche di fine anno delle riviste specializzate.
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Domenica 7 novembre la serata conclusiva: si parte con L’Rain, autrice quest’anno dell’eccellente Fatigue, si prosegue con Tirzah, uno dei nomi caldi del momento dopo la pubblicazione del suo secondo album Colourgrade, e si chiude con i ritmi afrohouse e kuduro dell’angolano-portoghese DJ Nigga Fox, già presente nell’edizione del 2018.
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Malgrado le oggettive difficoltà derivanti dal periodo storico che stiamo vivendo da più di un anno e mezzo, il cartellone è di tutto rispetto e riesce nel compito di offrire una panoramica attenta tra suoni elettronici e avant pop.
Come sempre ci saranno eventi di contorno che coinvolgeranno la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Porta Palazzo, sede del più grande mercato alimentare all’aperto d’Europa nonché melting pot culturale torinese per eccellenza.
In attesa di celebrare i suoi vent’anni nel 2022, C0C “The Festival As a Performance” sta per cominciare e sarà bello ritrovarsi sotto un palco.