Prima del concerto un altoparlante ha detto qualche rapida parola in ricordo di Wolfgang Sawallisch, che in quarant'anni è salito 189 volte sul podio di S. Cecilia e molte altre su quello della defunta orchestra della Rai(dirigendovi tra l'altro quasi tutto Wagner). Non sono cose che si dimenticano. Ma bisogna voltare pagina e seguire con attenzione Kirill Petrenko, che quest'estate dirigerà a Bayreuth il Ring del bicentenario a soli quarantuno anni, la stessa età che aveva Boulez quando diresse lo storico Ring del 1966: una coincidenza significativa. Come la direzione di Boulez fu un trauma e segnò una svolta nell'interpretazione di Wagner, così potrebbe accadere con Petrenko, ma è difficile prevedere se la sua interpretazione riuscirà a lasciare un segno profondo... e poi oggi non ci si scandalizza più. Il direttore russo, andando molto oltre la lettura analitica e distaccata di Boulez, mette in primo piano l'aspetto "comico" dell'Oro del Reno, nel significato originale di categoria estetica contrapposta al sublime. Ondine, nani, giganti e divinità sono privati della loro aura mitica e le loro vicende appaiono soltanto bizzarre e curiose, ma molto ben raccontate, con dovizia di effetti orchestrali d'evidenza quasi visiva. Se Petrenko scova un vasto assortimento di questi dettagli è perché effettivamente Wagner ne ha messi parecchi nella sterminata partitura: ma sono dettagli seminascosti, che il golfo mistico e l'acustica speciale di Bayreuth s'incaricano d'annegare completamente nel flusso maestoso dell'orchestra wagneriana. Petrenko la pensa diversamente. Inizia bene, con le schermaglie tra le ondine birichine e il grottesco Alberich, ma continua a fasi alterne, fino ad un'ascesa al Walhalla priva di mitica grandiosità, con i timpani chiamati a far fracasso: allo stregone Wagner hanno tolto la bacchetta magica. Voci non sublimi, per scelta o per necessità, ma tutte di buon livello.
Note: Esecuzione in forma di concerto
Interpreti: Wotan: Wolgang Koch; Donner: Martin Tzonev; Froh: Endrik Wottrich; Loge: Peter Galliard; Alberich: Andreas Scheibner; Mime: Kurt Azesberger; Fasolt: Roman Astakhov; Fafner: Dirk Aleschus; Fricka: Ulrike Helzel; Freia: Nina Bernsteiner; Erda: Andrea Bönig; Woglinde: Talia Or; Wellgunde: Dagmar Peckova; Flosshilde: Hermine Haselböck
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Kirill Petrenko