Vinicius Cantuaria, intimo solitario
A Milano l'unica data italiana del breve tour europeo di "Samba Carioca".
Recensione
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Il palcoscenico spoglio, senza quinte, del Teatro dell'Arte è lo scenario ideale per il concerto intimo, voce e chitarra, di Vinicius Cantuaria, quinto appuntamento della I edizione della rassegna Music Workshop ([a href="http://www.musicworkshop.info"]musicworkshop.info[/a]), coprodotta dalla Triennale di Milano e da Ponderosa Music & Art. Nonostante sul suo recente album, "Samba Carioca" (Naïve, prodotto da Arto Lindsay), siano presenti grandi nomi - tra cui Bill Frisell, Brad Mehldau, Joao Donato e Marcos Valle - il cantautore polistrumentista di Manaus si presenta al pubblico milanese da solo, con una chitarra acustica che, al pari della voce che canta storie d’amore e di solitudine, quasi sussurra. Sul palco per poco più di un'ora (volata impercettibilmente), Cantuaria si muove tra bossa nova, samba-jazz e MPB. La “finestra sulla musica internazionale contemporanea che non teme di sperimentare e percorrere nuove strade e che è soprattutto aperta e trasversale” (vedi il comunicato della rassegna) in questo caso dunque segna un ritorno alle radici. Un’indagine retrospettiva attuata non solo su disco, ma ancor di più dal vivo, anche perché l’impressione è quella di un concerto d’altri tempi, con canzoni tanto leggere quanto meste che si guadagnano lo stesso livello di attenzione richiesto dalla musica classica. Cantuaria è un antidivo senza posa, un musicista che appare silenzioso e schivo ma nello stesso capace di mettersi a nudo di fronte al pubblico, solo attraverso la sua musica; l’uso degli effetti al minimo indispensabile conferma questa sensazione. Condivisa anche dal pubblico che, pur non folto, gli ha tributato una standing ovation.
Interpreti: Vinicius Cantuaria, chitarra e voce
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