Una Violetta che avvampa
L'opera di Verdi a Valencia con la regia Willy Decker
Recensione
classica
Con la celebrata "Traviata" di Willy Decker, alternata a una ripresa dell’allestimento di "Walkiria" a cura della Fura dels Baus, l’opera di Valencia ha aperto la sua stagione, rendendo così omaggio nel migliore dei modi a Verdi e Wagner nel loro bicentenario. Zubin Mehta, che ha diretto entrambe le opere, ha colto la novità della regia di Decker e ha esaltato gli aspetti passionali e quasi demoniaci di una partitura che è spesso addomesticata in ossequio all’ambientazione ottocentesca e borghese. Aiutato da un’orchestra fuoriclasse quale è quella de la Generalitat Valenciana, ha invece creato una "Traviata" contrastata, autenticamente tragica, non priva di vampate e accensioni degne del "Trovatore".
Nella visione del regista tedesco, infatti, Violetta non è tanto una figura fragile e patetica, ma una donna sensuale che ama il mondo all’eccesso e, seppure vittima, resiste a modo suo fino alla fine senza veramente perdere la sua sete di vita. Sonya Yoncheva ha saputo incarnare questo personaggio in modo molto credibile, grazie a una voce potente e duttile, in grado di comunicare epidermicamente, per pura presenza timbrica, una carica erotica che non accenna a sfiorire nemmeno nei momenti di agonia della malattia.
Per Decker, l’anello debole è invece Alfredo, personaggio tormentato e incapace di assumere una posizione fino in fondo. Ivan Magrì ha forse preso troppo alla lettera questa scelta registica e ha spinto la sua interpretazione verso una vocalità di tipo veristico, dalle linee spezzate e inquiete, sacrificando gli aspetti lirici del personaggio. Ma, nel complesso, i modi giovanili della coppia di amanti facevano risaltare meglio la compostezza ipocrita di Germont, ottimamente interpretato da Simone Piazzola, e la rumorosa volgarità dei ricchi insensibili amici.
Interpreti: Sonya Yoncheva, Ivan Magrì, Simone Piazzola
Regia: Willy Decker
Orchestra: Comunitat Valencia
Direttore: Zubin Mehta
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