Un suggestivo viaggio nella musica barocca
Anche Ton Koopman nell’ampio programma del Roma Festival Barocco
Oltre un mese di concerti dedicati al barocco romano, con un programma che si è aperto il 19 novembre nella Basilica di Sant’Apollinare e si è da poco concluso, il 21 dicembre, nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, con un interessante appuntamento in cui il controtenore Raffaele Pe, insieme al gruppo La Lira di Orfeo, ha proposto diverse cantate di uno dei più significativi autori del ‘700, Alessandro Scarlatti, insieme a brani strumentali di Arcangelo Corelli – che favorì l’ingresso proprio di Scarlatti nella celeberrima Accademia dell’Arcadia– e di Giuseppe Valentini.
Un vero e proprio ‘viaggio rituale nella musica barocca’, questa la proposta complessiva del Roma Festival Barocco, all’interno del quale oltre a programmi in cui erano presenti vere e proprie rarità musicali, sempre di notevole interesse artistico, vi sono state occasioni di incontrare anche interpreti che non frequentemente vengono proposti al pubblico romano, come nel caso di cui ora parliamo. Piuttosto rara è infatti l’occasione di ascoltare Ton Koopman impegnato in un recital organistico, e a dire il vero non solo nella Capitale ma sull’intero territorio nazionale. Al Roma Festival Barocco va dunque il merito – oltre che di una scelta artistica non certo molto complicata da compiere, visto che stiamo parlando di uno dei più celebri interpreti sia all’organo che al clavicembalo – di esser riuscito a reperire le risorse economiche per organizzare una rassegna in grado poi di accogliere anche simili eccellenze concertistiche. Tanto più che si tratta di eventi offerti gratuitamente al pubblico romano, stante la pressoché insormontabile difficoltà di far pagare anche a Roma un biglietto per accedere nei luoghi sacri. Cosa che viceversa accade in gran parte d’Europa nonché in altre zone del nostro paese, con buona pace delle esigenze di libero culto, visto che di sera chi sentisse l’esigenza di raccogliersi in preghiera all’interno di una Chiesa come quella di San Giovanni Battista dei Fiorentini, la troverebbe in genere chiusa.
Alla tastiera dell’organo costruito del 1680 da Filippo Testa e recentemente restaurato, uno degli strumenti più appropriati per l’esecuzione del repertorio barocco, Koopman ha eseguito un programma composito, muovendosi con disinvoltura tra Italia, Spagna e Germania. Se è risultata di particolare effetto la Batalha Famosa di autore anonimo con cui la serata ha avuto inizio, anche in altri brani di autori iberici – Juan Cabanilles e Pablo Bruna – l’interprete olandese ha sottolineato efficacemente il vivace aspetto ritmico che li caratterizzava, come nel caso della Corrente italiana di Bruna. Nell’ampio nucleo di brani (tra cui la famosa Bergamasca) tratti dai Fiori musicali di Girolamo Frescobaldi, pur proposti con la consueta maestria che gli è propria, Koopman è sembrato tuttavia mettere in secondo piano la chiarezza di una trama polifonica alla quale, invero, l’autore viceversa dava massima importanza, considerata la scelta di pubblicare in ‘partitura’ questa fondamentale opera. Per l’ascoltatore il risultato è stato piuttosto quello di un complessivo impasto sonoro, nel quale temi gregoriani, contrappunto e imitazioni si sono persi, a scapito della comprensibilità di un linguaggio musicale ancora fortemente legato alla retorica. Più brillante il risultato nella famosa Pastorale BWV 590 di Johann Sebastian Bach e soprattutto nelle tre sonate di Domenico Scarlatti che, pur non risultando emblematiche di quello stile che il musicista riesce a infondere nelle sue oltre cinquecento sonate clavicembalistiche, sono state pensate specificamente per l’organo, strumento sul quale possono contare su suggestivi effetti di eco. Lunghi applausi del pubblico al termine del concerto, una serata di particolare rilievo sopratutto per gli appassionati della musica per organo del Seicento.
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