Condannato al rogo da esponenti di quella che lui stesso definisce “spezie umana bestiale” l’eretico, con il martirio abbandona la debolezza umana e ritrova “il caldo lume di questo sole” che è la filosofia. Questo è l’estremo riscatto del “Giordano Bruno” andato in scena in prima italiana al Teatro Valli. Opera nata da una coproduzione internazionale che la Fondazione I Teatri ha accolto nel cartellone del Festival Aperto dedicato appunto agli “eretici”. In scena troviamo un’atmosfera scura e compatta, plasmata dalla regia di Antoine Gindt – funzionale nei movimenti dei personaggi sul palco – assecondata dalla scarna scenografia di Elise Capdenat costruita attorno a una tetra semisfera sospesa. Il libretto di Busellato si dipana in una sintesi essenziale del pensiero del frate eretico, con alcuni passaggi ispirati al lavoro di Nanni Balestrini. Un racconto che trova nella dimensione drammaturgico-musicale di Filidei la vera struttura portante, articolata in dodici tappe che divengono “stazioni” dell’ideale via crucis del protagonista, ognuna segnata da una nota di impianto, alternando l’andamento ascendente delle scene centrate sulle riflessioni filosofiche e quello discendente del processo. Un’alchimia confemrata anche nella scelta dell’impasto vocale, cifra distintiva di questo lavoro: in particolare l’ordito di voci femminili ha rivelato un notevole gusto espressivo, tra reminiscenze madrigalistiche (Gesualdo) e citazioni palestriniane, dando forma a un affresco coinvolgente in cui la voce di baritono di Peintre ha saputo ben tratteggiare il ruolo del protagonista. Equilibrata nell’evidenziare il dato materico-strumentale la direzione di Rundel. Una lettura suggestiva della ricerca del sole della ragione, come una sorta di “viandante e la sua ombra” ante litteram.
Note: Coro di voci soliste: Raquel Camarinha, Eléonore Lemaire (soprani), Johanne Cassar, Lorraine Tisserant (mezzosoprani), Charlotte Schumann, Aurélie Bouglé (contralti), Benjamin Aguirre Zubiri, David Tricou (tenori), René Ramos Premier, Julien Clément (baritoni), Antoine Kessel, Florent Baffi (bassi).
Interpreti: Giordano Bruno Lionel Peintre (baritono), L'inquisitore 1 Jeff Martin (tenore), L'inquisitore 2 Ivan Ludlow (basso), Papa Clemente VIII Guilhem Terrail (controtenore)
Regia: Antoine Gindt
Scene: Elise Capdenat
Costumi: Fanny Brouste
Orchestra: Remix Ensemble Casa da Música
Direttore: Peter Rundel
Luci: Daniel Levy
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