Tutto il mondo a Città di Castello
Il successo del Festival delle Nazioni
Recensione
classica
A Città Di Castello si è concluso da poco meno di una settimana il “Festival delle Nazioni” che quest’anno ha tagliato il traguardo della sua 48esima edizione, aggiungendo una significativa tessera a quel prezioso mosaico che è l’offerta culturale dell’Umbria, composta di paesaggio, storia e arte incastonata nel cuore del nostro Paese.
Lo stesso festival è apparso come un concentrato di variegati tasselli che hanno tratteggiato un disegno che ha preso le mosse da un omaggio all’Austria – nazione ospite di questa edizione – introdotto dalle note dell’ouverture delle Nozze di Figaro di Mozart che hanno inaugurato questa edizione del festival nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello con l’Euro Symphony SFK, orchestra composta da musicisti sloveni, friulani e carinzi, diretta da Ernest Hoetzl.
Altri elementi tra i tanti che hanno composto il disegno di questa edizione sono stati il nuovo progetto multimediale prodotto dal festival stesso e titolato “Immagini e suoni della Grande Guerra”, andato in scena al Cimitero Monumentale di Città di Castello, il caleidoscopico concerto-spettacolo di Goran Bregovic e della sua Wedding&Funeral Band, fino ad arrivare alla prima esecuzione assoluta di una nuova composizione per flauto e quartetto d’archi di Salvatore Sciarrino, creata su commissione di questa manifestazione in omaggio all’arte di Alberto Burri, celebrando l’artista a cento anni dalla sua nascita, che ha visto protagonista il flautista Matteo Cesari e il Quartetto Prometeo nella sala “Non ama il nero” degli Ex Seccatoi del Tabacco, sede di uno dei musei che la città ha dedicato allo stesso Burri.
Tra le altre numerose pagine di questo programma 2015 che da Città di Castello è stato meritoriamente sparpagliato in altri preziosi luoghi dell’Alta Valle del Tevere, scelgo di citare un altro omaggio, questa volta offerto a Aleksandr Skrjabin a cento anni dalla sua scomparsa. Un concerto che ho seguito nella chiesa di San Francesco del bel borgo di Citerna, dove la pianista di origini coreane Ilia Kim – introdotta da una ragguagliata illustrazione del programma da parte di Piero Rattalino – ha raffigurato con gusto attento le intuizioni visionarie del compositore russo, tracciando le fila dei rimandi ideali con l’espressività di Chopin, protagonista della seconda parte del programma. Dal repertorio mozartiano al tema della Grande Guerra, dalle differenti visioni di contemporaneità musicale offerte da Bregovic e da Sciarrino all’arte di Burri e alla Russia “europea” di Skrjabin, questi sono solo alcuni degli elementi che hanno composto il cartellone di un festival che, se lo scorso anno ha avuto un incremento di presenze e incassi pari al 43% rispetto al 2013, quest’anno ha fatto registrare un ulteriore incremento del 35%. Un dato per nulla secondario, visti i tempi che stiamo vivendo.
Altri elementi tra i tanti che hanno composto il disegno di questa edizione sono stati il nuovo progetto multimediale prodotto dal festival stesso e titolato “Immagini e suoni della Grande Guerra”, andato in scena al Cimitero Monumentale di Città di Castello, il caleidoscopico concerto-spettacolo di Goran Bregovic e della sua Wedding&Funeral Band, fino ad arrivare alla prima esecuzione assoluta di una nuova composizione per flauto e quartetto d’archi di Salvatore Sciarrino, creata su commissione di questa manifestazione in omaggio all’arte di Alberto Burri, celebrando l’artista a cento anni dalla sua nascita, che ha visto protagonista il flautista Matteo Cesari e il Quartetto Prometeo nella sala “Non ama il nero” degli Ex Seccatoi del Tabacco, sede di uno dei musei che la città ha dedicato allo stesso Burri.
Tra le altre numerose pagine di questo programma 2015 che da Città di Castello è stato meritoriamente sparpagliato in altri preziosi luoghi dell’Alta Valle del Tevere, scelgo di citare un altro omaggio, questa volta offerto a Aleksandr Skrjabin a cento anni dalla sua scomparsa. Un concerto che ho seguito nella chiesa di San Francesco del bel borgo di Citerna, dove la pianista di origini coreane Ilia Kim – introdotta da una ragguagliata illustrazione del programma da parte di Piero Rattalino – ha raffigurato con gusto attento le intuizioni visionarie del compositore russo, tracciando le fila dei rimandi ideali con l’espressività di Chopin, protagonista della seconda parte del programma. Dal repertorio mozartiano al tema della Grande Guerra, dalle differenti visioni di contemporaneità musicale offerte da Bregovic e da Sciarrino all’arte di Burri e alla Russia “europea” di Skrjabin, questi sono solo alcuni degli elementi che hanno composto il cartellone di un festival che, se lo scorso anno ha avuto un incremento di presenze e incassi pari al 43% rispetto al 2013, quest’anno ha fatto registrare un ulteriore incremento del 35%. Un dato per nulla secondario, visti i tempi che stiamo vivendo.
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