Tutti pazzi nel Sigismondo

Il Rof inaugurato dalla prima del Sigismondo nell'edizione critica di Paolo Pinamonti.

(foto Studio Amati Bacciardi)
(foto Studio Amati Bacciardi)
Recensione
classica
Rossini Opera Festival Pesaro
Gioachino Rossini
12 Agosto 2010
Come portare in scena un'opera basata su un libretto ambizioso ma arzigogolato, sconclusionato, impossibile? Noi non avremmo saputo che fare. Ma non siamo registi. Damiano Michieletto lo è, quindi sa come cavarsi d'impaccio: in casi come questo il manicomio - un topos delle regie liriche di qualche anno fa - è un ferro del mestiere che può tornare ancora utile. Motiva tale ambientazione con gli accenni del libretto ai turbamenti mentali del protagonista, trascurando che il novantanove per cento del libretto stesso e tutta la musica sono inconciliabili con quei pazzi furiosi in scena e le violenze cui li sottopongono gli infermieri-carcerieri. Quella di Sigismondo non è certo una pazzia da reprimere con la camicia di forza ma uno stato d'animo melodrammatico da curare col belcanto. Comunque in tal modo il regista riesce bene o male a tener desta l'attenzione, mentre nel secondo atto rinuncia ai pazzi e allora si sprofonda nel nulla assoluto. Per fortuna c'è la musica. Sigismondo, con cui Rossini dice addio a Venezia e anticipa le opere serie napoletane, è un'opera interessante ma disuguale e discontinua, non una scoperta sconvolgente. Però l'esecuzione è ottima. Daniela Barcellona aggiunge alla sua galleria rossiniana un altro ruolo en travesti - non l'ennesimo eroe guerriero ma un personaggio psicologicamente fragile e tormentato - e lo fa con somma maturità vocale e interpretativa. Olga Peretyatko inizia un po' esitante ma poi viene fuori meravigliosamente. Antonino Siragusa è ideale per le colorature "cattive" di Ladislao. Perfettamente in ruolo anche Andrea Concetti, in un per lui inusuale personaggio serio. Michele Mariotti, che fa il suo meritato e positivo debutto nella sua città, sottolinea con bruniture preromantiche la cupa tragicità dell'opera.

Interpreti: Daniela Barcellona, Olga Peretyatko, Manuela Bisceglie, Antonino Siragusa, Andrea Concetti, Enea Scala

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Carla Teti

Orchestra: del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Michele Mariotti

Coro: del Teatro Comunale di Bologna

Maestro Coro: Paolo Vero

Luci: Alessandro Carletti

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