Traviata sontuosa ma provinciale

Franco Zeffirelli torna all'Opera di Roma con la sua ennesima Traviata.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Giuseppe Verdi
14 Dicembre 2009
La Traviata è davvero un'opera immortale, se è riuscita a sopravvivere - sebbene malconcia - anche al trattamento cui l'ha sottoposta Zeffirelli, che col passare degli anni ha accentuato sempre più i suoi difetti: non ci riferiamo qui all'arroganza con cui ha ricusato la Dessì né all'aggressività con cui ha insultato una giornalista alla conferenza stampa, ma alla sua tipica commistione di horror vacui e di kitsch. Quegli arredamenti dorati in stile rococò da mobilificio industriale, quei lampioncini colorati da ristorante cinese, quei chilometri di tendaggi e quel via vai d'una folla mal assortita non sono giustificati nemmeno dalle feste in casa di due prostitute. Contemporaneamente Zeffirelli ha perso le sue qualità, come la precisione dei dettagli: prospettive sbilenche (il tetto della casa di campagna sembra reggersi per miracolo), recitazione approssimativa (Violetta è rigida e legnosa, le masse disordinate) e particolari risibili (Alfredo legge il giornale al momento d'attaccare "De' miei bollenti spiriti"). La Violetta di Myrtò Papatanasiu, rigida e legnosa anche nel canto, è totalmente inespressiva: lascia freddi perfino in "Dite alla giovane" e in "Amami Alfredo" e dà un po' d'espressione solo a qualche frase del terzo atto. Antonio Gandia, un giovane tenore dalla voce non sgradevole ma piccolissima e "indietro" (probabilmente colpa della tensione del debutto), si prende qualche fischio dopo la sua aria ma non fa troppi danni. Più che cantare, Carlo Guelfi declama. In definitiva una Traviata da provincia, se non ci fosse la direzione di Gianluigi Gelmetti, talvolta opinabile nei tempi ma sempre estremamente attenta, delicata, morbida, sensibile. Bene orchestra e coro. Alla fine applausi e anche molti fischi, intensificatisi all'uscita di Zeffirelli.

Interpreti: Myrtò Papatanasiu/Cinzia Forte/Mina Yamazaki (Violetta); Antonio Gandia/Roberto De Biasio/Stefan Pop (Alfredo), Carlo Guelfi/Dario Solari (Giorgio Germont), Katarina Nicolic/Anastasia Boldyreva (Flora), Antonella Rondinone/Mariella Guarnera (Annina), Gianluca Floris/Cristian Cremonini (Gastone) Angelo Nardinocchi/Gianpiero Ruggeri (Barone Douphol), Andrea Snarski/Matteo Ferrara (Marchese d'Obigny), Carlo Di Cristoforo/Luca Dell'Amico (Grenvil)

Regia: Franco Zeffirelli

Scene: Franco Zeffirelli

Costumi: Raimonda Gaetani

Corpo di Ballo: Opera di Roma

Coreografo: Vladimir Vassiliev

Orchestra: Opera di Roma

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: Opera di Roma

Maestro Coro: Andrea Giorgi

Luci: Agostino Angelini

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