Sotto i segni di Butch

Al Pinocchio Live Jazz, la conduction del collettivo Improzero dedicata a Butch Morris

Foto di Lorenzo Desiati
Foto di Lorenzo Desiati
Recensione
jazz
Pinocchio Live Jazz Firenze
14 Febbraio 2013
C'è un gruppo “autogestito” di improvvisatori che si sta facendo strada nel panorama del jazz toscano e sta diventando una delle realtà del momento. E se è vero che questo è il secondo anno di appuntamenti col marchio Improzero, solo adesso si può dire che il progetto abbia veramente un'identità, che matura di serata in serata, così come sta crescendo la densità di pubblico e il numero di musicisti pronti a mettersi in gioco e alternarsi sul palco. Circa trenta questa volta, per ricordare il grande maestro della conduction Butch Morris, scomparso il 29 gennaio scorso. Un ricordo nel segno della sua musica certo (due le composizioni preparate dal gruppo), ma soprattutto nel solco della sua formula più nota, l'improvvisazione “condotta”. Un ossimoro forse, che in musica assume però i tratti di un organismo fatto di musicisti, timonato istintivamente e istantaneamente da un direttore, e che ha come risultato più evidente quello di tenere l'attenzione di performer e pubblico attaccata ai fili dell'improvvisazione. Più i musicisti sono in sintonia, più ovviamente sarà forte l'impatto e la riuscita della composizione istantanea dell'ensemble. Ed è qui che il lavoro di organizzazione viene percepito come riuscito, per l'aver messo in piedi una scaletta serrata e un gruppo di lavoro affiatato, in cui si alternano, tra i tanti, musicisti come Massimiliano Sorrentini, Emanuele Parrini, Franco Nesti, Walter Paoli, Simone Graziano, Mirco Mariottini, Titta Nesti, Stefano Bartolini, Fabio Morgera. Quest'ultimo, che con Butch Morris ha avuto modo di lavorare, dirige con forza l'ultimo brano di una serata che conquista l'entusiasmo del pubblico, dimostrando come il jazz riesca a sopravvivere dove c'è ancora spazio per lo stupore e lo spiazzamento, prima di tutto, dei musicisti stessi.

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