Silent City: Matera si racconta in un’opera lirica

Gli abitanti della città hanno collaborato alla composizione di musiche e libretto

Silent City (Foto Giovanni Marino)
Silent City (Foto Giovanni Marino)
Recensione
Matera
Silent City
28 Novembre 2019 - 01 Dicembre 2019

In attesa della cerimonia di ufficiale, Silent City – il format dell’opera lirica contemporanea, coprodotta dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Compagnia teatrale l’Albero in collaborazione con Open Design School in un’ex discoteca in un quartiere periferico della città – potrebbe essere la conclusione ideale di un anno di Matera capitale europea della cultura. Perché in Silent City, l’opera lirica ispirata alla città di Matera e creata insieme ai suoi abitanti, la creatività di un pool internazionale di professionisti (il compositore scozzese Nigel Osborne, il drammaturgo Andrea Ciommiento e la librettista Cristina Ali Farah) è al completo servizio di una identità culturale ancestrale assai forte, emersa dai racconti di un’intera comunità – anziani e bambini – a cui è stato chiesto di raccontare cos’è il silenzio

Le risposte sono state cucite in forma di libretto e Silent City appare come un gioco temporale in cui due generazioni si raccontano: tre ragazzi del tempo presente in un giorno di scuola fuggono nella parte più bassa e silenziosa di Matera e dall’incontro con il fanciullo del silenzio attingono alla memoria del sottosuolo un racconto che è scoperta di una città e della memoria collettiva. Anche i suoni, a cui un forte contributo ha dato il gruppo MaterElettrica del Conservatorio “Duni”, sono un connubio forte tra la partitura strumentale suonata dall’Orchestra Senzaspine di Bologna diretta da Tommaso Ussardi e i suoni della stessa Matera catturati con campagne di “soundscaping”. Sulla scena, tra danza, musica e rito, oltre ai professionisti del canto e della recitazione, salgono tra gli altri 52 alunni di una scuola elementare e 10 del liceo scientifico, 5 studenti universitari, 3 del conservatorio, 15 materani over 60, 30 coristi dell’Università di Potenza: in tutto 280 persone provenienti da una rete di comunità, tutte a pari titolo co-creatrici di Silent City. Come in una bella fiaba che svanisce, lo spazio temporaneo in cui l’opera è stata allestita sarà presto smontato. L’operazione resta sotto forma di documento concreto e virtuale: in un volume in vendita si può rileggere la storia illustrata di Silent City, con tanto di QR codes che rimandano alle tracce audio della partitura e a una guida turistica e didattica.