Sentire l'alterità

Successo per la nuova "Medea" di Reimann

foto Wiener Staatsoper GmbH | Axel Zeininger
foto Wiener Staatsoper GmbH | Axel Zeininger
Recensione
classica
Wiener Staatsoper Vienna Wien
Aribert Reimann
28 Febbraio 2010
È complessa, piena di rimandi e sottili allusioni questa nuova opera di Reimann commissionata e prodotta dalla Staatsoper di Vienna in prima esecuzione assoluta. Eppure, nonostante il difficile approccio al primo ascolto, è un messaggio di profonda umanità che come un’aurea si sprigiona dalla scena, dalla musica e dalle voci di questa produzione. Ed è forse proprio per questo motivo che questa lettura del mito di Medea ha avuto tale successo di fronte a un pubblico come quello viennese, che anche se un po’ restio di fronte al teatro musicale contemporaneo (infatti non c’era il tutto esaurito), ha omaggiato compositore, cantanti, orchestra, direttore e cast di regia con oltre un quarto d’ora di applausi sinceri e sentiti. Reimann, infatti, sa comunicare e sedurre. Il lavoro sulla vocalità anche in questa nuova opera convince del tutto. I sei cantanti sono stati scelti appositamente per l’allestimento e per loro è nata la partitura e le linee vocali, generalmente declamate e ricche di sfumature espressive. Non va qui menzionato un interprete in particolare, tutti splendidi e in grande forma, anche se gli applausi più calorosi sono andati alla Petersen che ha interpretato il personaggio principale e che è una delle voci per cui Reimann scrive più di frequente e che quindi conosce meglio. La regia di Marelli, sobria e senza forzature, si muove tutta all’interno di uno scenario suggestivo che ricorda un paesaggio lunare con una struttura cubica di metallo sopraelevata. I contrasti, molto incisivi, sono generati attraverso i gesti, le luci e i chiaro-scuro. E in questa cornice risalta il destino di Medea, proiettato senza alcun filtro nel presente. Davanti a noi va in scena per oltre due ore il conflitto tra assimilazione e alterità.

Note: In coproduzione con l'Opera di Francoforte.

Interpreti: Medea: Marlis Petersen, Kreusa: Michaela Selinger, Gora: Elisabeth Kulman, Kreon: Michael Roider, Jason: Adrian Eröd, Herold: Max Emanuel Cencic

Regia: Marco Arturo Marelli

Scene: Marco Arturo Marelli, Ludwig Stang

Costumi: Dagmar Niefind, Isolde Binsteiner

Orchestra: Orchestra della Staatsoper di Vienna

Direttore: Michael Boder

Luci: Marco Arturo Marelli

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