Satie e Cage protagonisti del concerto inaugurale della Rassegna di Nuova Musica di Macerata

Al Teatro Lauro Rossi di Macerata

Entr’acte
Entr’acte
Recensione
classica
Teatro Lauro Rossi, Macerata
Satie/Cage
20 Ottobre 2020

La serata inaugurale della Rassegna di Nuova Musica di Macerata, alla sua trentottesima edizione, ha presentato al Teatro Lauro Rossi un programma incentrato su Satie e Cage, icone del Novecento e padri di tanta musica a venire. Sul palcoscenico la FORM- Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Stefano Pecci e il pianista Fabrizio Ottaviucci, interprete particolarmente versato al  repertorio contemporaneo, che ha inciso e suonato un po’ in tutto il mondo.

Di John Cage Ottaviucci ha presentato brani concepiti per delle coreografie: Mysterious Adventures, scritto per l’amico e ballerino Merce Cunningham, prevede la preparazione di 27 note del pianoforte, e accosta l’unicità del sound con una struttura che l’orecchio segue senza difficoltà, per la presenza di una sorta di tematismo dato da moduli ritmici e melodici ricorrenti.

Riportato il pianoforte alla sua condizione consueta, quindi tolti gli oggetti inseriti tra le corde,  Ottaviucci ha poi presentato In a Landscape, per pianoforte o per arpa, composto  per una coreografia della danzatrice Louise Lippold,   di stile completamente diverso e vicino alla disarmante semplicità della musica di Satie.   La sospensione ritmica  e gli aloni sonori, creati dall’uso per tutto il brano del pedale di risonanza e di quello di una corda, così come il carattere modale, rimandano senza dubbio ai legami del compositore americano con le filosofie orientali. 

Anch’essa composta per una coreografia di Merce Cunningham, la Suite for tot piano è uno dei brani più sorprendenti di Cage, che Ottaviucci  ha dovuto suonare in posizione rannicchiata.  Il brano impiega naturalmente una gamma limitata di suoni, vista la piccola estensione della tastiera dello strumento (che poi un vero pianoforte non è, in quanto all’interno non è provvisto di corde ma di lamine di metallo, producendo un suono simile al glockenspiel).

Ancora un omaggio a Cage con il suo brano più discusso, 4’33’’, eseguito dall’orchestra, un omaggio al silenzio che in verità, in teatro, è stato quasi perfetto, checché ne dica l’autore!

E poi Satie, con le tre Gnossiennes,  in una bella trascrizione per orchestra di Daniele Gasparini che valorizzava la compagine attraverso evidenti crescendo  ed emersioni solistiche dei fiati. In conclusione Cinéma, entr’acte symphonique de Relâche, primo esempio di musica da film scritta seguendo meticolosamente ogni immagine. Satie  la compose per Entr’acte, il film realizzato da René Clair nel 1924 e proiettato nell’intervallo del balletto dadaista Relâche. Il brano è stato eseguito in perfetta sincronia con la proiezione del film, autentica vetrina del mondo artistico della Parigi degli anni 20: vi apparivano Erik Satie, il coreografo Francis Picabia, oltre che Marcel Duchamp, Man Ray, Georges Auric e molti altri. Le immagini del film (tra cui apparivano i temi cari agli artisti dell’epoca – il circo e il luna park, ma anche le scene surreali di una ballerina barbuta e di un carro funebre tirato da un cammello, che si sgancia poi dal traino e viene inseguito dal corteo) velocizzate o rallentate erano accompagnate in modo molto preciso  dalla musica,  articolata in moduli ripetitivi con effetto ipnotico e/o ossessivo.

La prima proiezione del film, accompagnata da questo brano, come racconta lo stesso René Clair, e come accadeva spesso a quel tempo, provocò urla e fischi da parte del pubblico, “rinforzo sonoro”  gradito agli autori e prova che il loro intento provocatorio aveva  colto nel segno.

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