Sarro per i Turchini
Napoli: apertura di stagione
È ufficialmente cominciata, sabato 4 novembre presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, con la Missa di Requiem di Domenico Sarro, la nuova stagione “Frequenze Inaudite” della Fondazione Pietà de’ Turchini: intreccio corale, gioco di generi e stili. Guardando i diciotto concerti in programma, progetti, rassegne tematiche, percorsi formativi si fanno i conti con l'idea di musica come evento, un momento privilegiato che cambia la nostra percezione del mondo e degli eventi sonori. Come fosse su una playlist di Spotify, il pubblico napoletano e campano ascolterà da Katarina Livijanice con l'Ensemble Dialogos, a Teresa Iervolino e Michele Pasotti a Enrico Gatti e Anna Bonitatibus. Eccellenti ed unici i progetti di formazione il Corso di Canto Gregoriano; la Masterclass di Canto barocco a cura di Sara Mingardo, e il Laboratorio di Tecnica e Interpretazione Vocale, guidato da Maria Ercolano, tra didattica e professionismo.
Apre la serata il concerto primo in fa minore per archi e basso continuo di Francesco Durante, con gesto assolutamente sobrio, ma sempre dispensato con esatto controllo, Demicheli domina la partitura ricca di sfumature timbriche. Eseguito per la prima volta in epoca moderna nella trascrizione di Enrico Gramigna, la messa di Sarro (probabilmente 1743) è stata ritrovata in un fondo bibliotecario di Vienna da Paologiovanni Maione. Musica rara, eseguita dall’ensemble dei Talenti Vulcanici diretto da Stefano Demicheli, La Schola Gregoriana della Pietà de’ Turchini - progetto condotto da Lanfranco Menga - e il Coro Exultate. Meravigliosa, per empito mistico ed immedesimazione emotiva, l'esecuzione dei cantori di Menga al suo debutto, che conservano viva una tradizione di canto spesso spontaneo e anche orale. Quello che più colpisce nella partitura di Sarro è la scolpitura melodica e capacità contrappuntistica in questo ambito sacro. Il Coro Exultate diretto da Davide Troìa con Pierfrancesco Borrelli all’organo, forgiano un bel suono nel complesso – seppur con qualche forzatura nell'emissione, con questa musica che sembra stargli addosso a pennello, molto appassionata. Riscuote grandi applausi, dalla chiesa di Santa Caterina da Siena, stracolma, proprio l’ensemble dei Talenti Vulcanici, guidato attentamente da Demicheli disegna un arco dalle parti più imitative e omofoniche al Kyrie al Sanctus e Agnus Dei, entro la quale il suono affiora, lievita, ci commuove.
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