Sarcasmo e férie in una Notte di maggio

La prima italiana di Notte di maggio al Comunale di Bologna. Dirige Jurowski, regia di Vizioli, cast eccellente. Ma il giovane Rimskij, tra commedia e féerie, non sfugge per intero a tracce di noia.

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Nikolaj Rimskij-Korsakov
04 Maggio 2001
Per l'Italia è una prima volta. E a Bologna, al Comunale, Il gallo d'oro e La notte di Natale tra il 1975 e il 1976, poi, di Rimskij, nulla più. Fino al nuovo allestimento di questa Notte di maggio, il cui bilancio è, da dove la si voglia vedere, a bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. E' un Rimskij giovane e già di molto scaltro. In orchestra, soprattutto: trovi qualche motivo ricorrente, e con quello principale - color d'ottone, circolante dall'ouverture alla scena magica delle rusalke, le ondine che affollano il terz'atto - trovi tracce tangibili dei Préludes di Liszt. Miscelate con una patente allure da Quadri musorgskiani. E a parte Liszt non è solo Gruppo dei Cinque: a noi che in ideologia abbiamo di parecchio ecceduto, quanto ai russi (noi italiani, voglio dire), il giovane Rimskij fa ritrovare cento e una concomitanze con l'odiamato Cajkovskij. L'opera s'aggrava d'una scarsa mezzoretta di troppo in apertura e un ventina di minuti elidibili senza danno alla chiusa. Perdonate la bassezza da cucina, ma una volta tagliate e corrette testa e coda, Notte di maggio troverebbe grande giovamento: da asciugare per bene sarebbero una ouverture anche fascinosa ma ampia in eccesso, poi un lento prologhetto in duo tra i giovani protagonisti amanti (Levko e Anna) che prende quota solo al momento di un racconto magico ucraino degno di questo Gogol'; nel finale terzo è invece tirata per le lunghe la semplice e ovvia risoluzione della vicenda magico farsesca (la regina delle rusalke dà a Levko un carta che gli consente il matrimonio fino ad allora osteggiato dal padre di lui, il Sindaco, tronfio e libidinoso aspirante alla fidanzata del figlio). L'opera è multifronte. Levko, che canta spesso in scena, domina primo e terzo atto. Il Sindaco è padrone assoluto della chiusa del primo e dell'atto di mezzo. Il ruolo lo cantò alla première del 1880 Stravinskij padre. E' un ruolo bello e importante, grottesco, sarcasticamente dipinto da Gogol' prima e da Rimskij poi. Al sognante Levko e al Sindaco gonfio - protagonista della commedia da villaggio che anima il centro dell'opera, quando il figlio e gli amici lo canzonano per le assurde richieste d'amore rivolte ad Anna - fa pendant la magia trasfigurante della lunga e bellissima scena delle rusalke, le ondine, le villi cui Levko si rivolge nella prima parte dell'ultimo atto. Dirigeva Vladimir Jurowski, che affrontò Notte di maggio nel 1995 a Wexford, di cui da tempo è direttore artistico Luigi Ferrari, attuale sovrintendente a Bologna. Jurowski fa un Rimskij assolutamente esatto, e raffinato. Tiene sempre l'orchestra sotto, cerca e trova colori eleganti, non forza mai (e talora ti manca un po', se non la forzatura, certa sottolineatura più nervosa della commedia). Alla prima, che era anche il suo esordio ufficiale come Direttore ospite principale, Jurowski non è stato granché aiutato da una compagine non al meglio dei propri attuali standard. Molto bene il coro. La regia di Stefano Vizioli muove in bella professionalità: molto bene funzionano le scene di commedia anche perché il cast è composto quasi esclusivamente da specialisti di rango. E molto bene esce la poeticissima scena delle rusalke, levitanti e medusee. Con Susanna Beltrami, Vizioli ha gestito con accortezza ed esiti rari i movimenti coreografici che coinvolgono in assoluta pertinenza solisti, coro e ballerini. Scene un po' da presepe e costumi quattro stagioni (nessuna infamia, ma lodi poche), firmati da Francesco Calcagnini. Cast talora sontuoso, e sempre d'alto livello: su tutti l'imperioso Sindaco di Maxim Mikhailov; Vsevolod Grivnov è un Levko eccellente e perfettamente in parte; la brava Agata Bienkowska è Anna, Filippo Morace un Kalenik che non sfigura in una compagnia geneticamente pura. Bravi e attorialmente ineccepibili tutti: Sofia Aksenova, Slava Voinarovskij, Alexander Teliga, Svetla Vassileva, Ermonela Jaho ed Elena Belfiore (la chioccia e il corvo), Monica Minarelli (la matrigna).

Note: nuovo all.

Interpreti: Grivnov, Bienkowska, Mikhailov, Vassileva, Minarelli

Regia: Stefano Vizioli

Scene: Francesco Calcagnini

Costumi: Francesco Calcagnini

Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale

Direttore: Vladimir Jurowski

Coro: Coro del Teatro Comunale

Maestro Coro: Piero Monti

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