Rachlin e Mondelci a Portogruaro
Ovazione per Rachlin, la Filarmonica della Scala e l’Italian Saxophone Quartet di Federico Mondelci al Festival Internazionale di Musica di Portogruaro
Al cuore del Festival Internazionale di Musica di Portogruaro si è collocato il concerto dell’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano di venerdì 2 settembre. Anche se si tratta della sua prima volta al Festival, la presenza della Filarmonica si carica di molteplici significati a cominciare dalla celebrazione del quarantesimo anniversario della fondazione, che si riflette nella quarantesima edizione della rassegna, per l’appunto intitolata Specchi.
Super ospite della serata il violinista Julian Rachlin, che ai corsi musicali di Portogruaro si è perfezionato ancora adolescente, mentre l’Orchestra è stata diretta da Robert Trevino, al suo debutto a Portogruaro e con la Filarmonica. Ad annunciare l’entrata di Raclin sul palco del Teatro Russolo, le note della Sinfonia tratta dal dramma di Haydn L’anima del filosofo ossia Orfeo ed Euridice. Concentrato sul suo strumento, il violinista austriaco ha sfoggiato un suono magnetico, elevato da una propensione naturale al canto e accompagnato da una straripante musicalità. Su questi presupposti Rachlin ha donato un’interpretazione memorabile del Concerto di Čajkovskij, alla continua ricerca di una connessione viva con l’orchestra, d’intesa ma anche fisica, basata su giochi di sguardi e continui passaggi del testimone tra il violino e i vari strumenti. All’ovazione del pubblico che ha affollato il Teatro, Rachlin ringrazia con la Sarabanda della Seconda Partita di Bach, momento di pura intensità e magia. Il programma è proseguito con la Settima Sinfonia di Beethoven. L’interpretazione di Trevino è apparsa prevalentemente orientata su tinte accese e focalizzate sul forte, mentre il movimento conclusivo si è impennato al limite del possibile in una corsa senza precedenti.
Nella serata successiva, Piazza della Repubblica ha ospitato il concerto dell’Italian Saxophone Quartet capitanata dal sassofonista Federico Mondelci, con un programma che ha intrecciato brani del repertorio classico alle più celebri colonne sonore. Così l’Aria sulla quarta corda di Bach, che subito è apparsa come un accorato omaggio a Piero Angela, si è unita a un ardito adattamento per sax dell’Adagio del Quartetto op. 11 di Barber, affrontato con incredibile disinvoltura. La Suite sulle musiche de La vita è bella di Benigni, appositamente adattata per il quartetto di Mondelci dallo stesso Piovani, ha spalancato le porte a una carrellata di alcuni memorabili temi scritti per il grande schermo da Morricone, Fellini e Rota. Di formidabile bravura i quattro musicisti che, senza sosta, hanno consegnato agli ascoltatori una prova musicale di altissimo livello tecnico, esecutivo e interpretativo.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar
A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale
A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij