Prokof'ev in valigia
L'allestimento che il Mariinskji di San Pietroburgo ha portato al Regio di Torino è un po' di cartapesta, ma la direzione del "russo" Gianandrea Noseda è filtro perfetto di tradizione buffa italiana e opera russa.
Recensione
classica
Atto terzo, quadro sesto: un padre padrone del Settecento a Siviglia ne ha le scatole piene della figlia da maritare: la vuole accasare con un puzzolente tronfio e volgarissimo boss del mercato del pesce del Guadalquivir, ma lei non ne vuole sapere, perché è carina e ama lo spiantato seduttore Don Antonio; bene, questo padre mette tutti fuori e si dedica al suo minuetto: cornetta e grancassa per una delle pagine più brillanti, originali, squisite di questa "opera comico-lirica" che Sergej Prokof'ev scrisse nei primi anni Quaranta, mentre Stalin e i suoi ammazzavano qua e là gente come il regista Mejerch'old: un minuetto settecentesco stravolto in beffarda pernacchia circense, un Don Gerolamo che, stufo di isteria femminile, sprofonda nel piacere della musica. E poi: nel quadro successivo: in un convento ("prigione dei santi, tomba dell'amore"), l'ayatollah delle buone maniere Clara d'Almanza si è rifugiata piagnucolando perché il suo baldo Ferdinando si è permesso di duplicare le chiavi della sua camera e si è presentato per fare l'amore: lei lo ama, ma essendo una fanatica degli schemi morali preferisce soffrire e fuggirlo piuttosto che far la morbida: la sua "aria" si allarga e gonfia turgida come un tormento wagneriano, e quella Clara sembra un'Isolde. E ancora, atto quarto, quadro settimo: una confraternita di frati da Carmina Burana beve e ipocrita brinda a suore sexy e false virtù, ribaltando in sardonico sarcasmo i coroni viriloni del "Boris Godunov".
Ecco, "Matrimonio al convento" di Prokof'ev va ascoltato, traslocando sino qui: l'allestimento che il Mariinskji di San Pietroburgo ha portato al Regio di Torino è un po' di cartapesta (doveva entrare nella valigia!), ma la direzione del "russo" Gianandrea Noseda è filtro perfetto di tradizione buffa italiana e opera russa; l'Orchestra e il coro del Regio sono OK, la compagnia, giunta anch'essa in un baule dalla Russia, non si commenta perché non siamo russi per giudicare ma è simpatica. Se non altro, là sanno ancora che il teatro musicale è colore, passione, piacere: anche se quel sadico di Prokof'ev ha scritto di tre ore di musica per "divertirci"!
Note: Allestimento del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Interpreti: Don Geronimo, Nikolai Gassiev; Don Ferdinando, Alexander Gergalov; Luisa, Irina Mataeva; Duenna, Nadezda Vassilieva
Regia: Vladislav Pazy
Scene: Alla Kozenkova
Costumi: Alla Kozenkova
Orchestra: Orchestra del Teatro Regio Torino
Direttore: Gianandrea Noseda
Coro: Coro del Teatro Regio Torino
Maestro Coro: Claudio Marino Moretti
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