L'allestimento de "Le nozze di Figaro" firmato Strehler-Muti dopo vent'anni si conferma pienamente quale punto di riferimento nella lettura di quest'opera, come si è potuto appurare ieri sera a Ravenna. Innanzitutto rimane vivo l'equilibrio tra gesto registico (qui ripreso da Michael Heltau) e interpretazione musicale, il tutto incastonato in un apparato scenico che, nonostante l'inevitabile revisione per il palcoscenico del teatro Alighieri - con spazi più limitati rispetto a quello della Scala - ha saputo mantenere quella efficacia rievocativa, sobria e ricercata assieme, ideata da Ezio Frigerio. Fin dall'apertura del sipario, quando assistiamo al risveglio di Figaro nella stanza spoglia e vediamo Susanna adagiata sulla grande poltrona, abbiamo l'immediata visione, confermata poi nel corso di tutta la rappresentazione, dell'idea strehleriana di quest'opera, in cui uno degli ingredienti fondanti - quell'amore che nutre, seppure in maniera differente, tutti i personaggi che abitano questa folle giornata - non viene restituito attraverso una rievocazione manierata e asettica, ma traspare concretamente nei gesti, negli sguardi, nei misurati ammiccamenti che ne fanno il giocoso motore dell'agire dei protagonisti. Uno spettacolo, insomma, che - con gli ampi spazi delle stanze illuminati da una calda luce chiara, con la tenue atmosfera del giardino nel quarto atto, con i bei costumi di Franca Squarciapino e con una gestione mimica efficacissima nel delineare in rapidi tratti i personaggi senza mai andare sopra le righe - ha saputo aderire perfettamente al delicato e serrato equilibrio drammaurgico insito nella partitura mozartiana. Una pagina che Muti ha attraversato con grande consapevolezza ed efficacia, riequilibrando il rapporto tra palcoscenico e orchestra che, all'inizio del primo atto, pareva privilegiare quest'ultima, e plasmando il fascinoso suono dei Wiener Philharmoniker nel calco della sua personalissima visione della musica di Mozart, viva, brillante, estremamente comunicativa. Il cast vocale registrava Carlos Alvarez nei panni di un Figaro perfetto, Tatiana Lisnic nelle vesti di una Susanna vocalmente fascinosa e cresciuta nel corso della rappresentazione. La contessa di Almaviva è stata interpretata dal piglio autorevole di Melanie Diener, il conte dalla maestria interpretativa di Simon Keenlyside, mentre Angelika Kirchschlager ha dato corpo ad un Cherubino adeguato. Il Wiener Staatsopernchor è stato diretto da Ernst Dunshirn in maniera sostanzialmente funzionale. Convinto e caloroso il successo decretato dal folto pubblico.
Note: Allestimento del Teatro alla Scala di Milano in cooperazione con lo Staatsoper di Vienna
Interpreti: Simon Keenlyside, Melanie Diener, Tatiana Lisnc, Carlos Alvarez, Angelica Kirchschlager, Francesca Pedaci, Maurizio Muraro, Michael Roideer, Peter Jelosits, Matteo Peirone, Ileana Tonca
Regia: Giorgio Strehler ripresa da Michael Heltau
Scene: Ezio Frigerio
Costumi: Franca Squarciapino
Orchestra: Wiener Philharmoniker
Direttore: Riccardo Muti
Coro: Wiener Staatsopernchor
Maestro Coro: Ernst Dunshirn