Noto al Museo
Al "Marino Marini" di Firenze Alva Noto apre la rassegna International Feel
Recensione
pop
Tra i ricercatori del visual e del suono elettronico di ultima generazione, Alva Noto (pseudonimo di Carsten Nicolai) occupa sicuramente una posizione di particolare rilievo. Sia perchè l'artista berlinese ha sviluppato negli anni un linguaggio espressivo unico e personale, giocato su un minimalismo pulsante e ipnotico intercalato dagli immancabili “glitch”. Sia perchè dal vivo, più che su disco, il compositore è capace di accompagnare i fruitori della sua arte in una vera e propria esperienza sensoriale. Tutto ciò appare ancora più evidente in un luogo come un museo di arte contemporanea, sicuramente più intimo di una qualsiasi dancehall: sulla sala principale, gremita in ogni ambiente, Alva Noto assembla e gestisce i suoni dalla postazione accanto al grande schermo e inizia la propria performance sulla falsariga dell'ultimo lavoro “Univrs”. Gli stimoli ripetitivi generati dal computer e dal mixer coinvolgono già dai primi istanti grazie all'abbinamento sincronico del flusso visuale. E dopo qualche minuto gli impulsi iniziano a trasformarsi in qualcosa di più ardito, i volumi aumentano, e il pubblico si ritrova così immerso in una tempesta ritmica digitale. Come in una colonna sonora algida e instabile, l'artista si diverte a scardinare le aspettative dell'ascoltatore e, dopo episodi più diretti come “C” e “Fac”, propone un più dissonante richiamo alla musica colta contemporanea con “Asymmetric tone”. La sensibilità di Alva Noto nel cogliere la risposta del pubblico è però ben sviluppata e, prima di perdere un po' della sua attenzione, decide di rigenerare il beat con uno dei momenti più alti di tutto il set, “Acronym”, in cui con ironia iconoclasta lascia scorrere uno sull'altro loghi e sigle simbolo della contemporaneità, dalla CNN alla RAF. Ed è un successo.
Note: Organizzato da International Feel in collaborazione con Museo Marino Marini, Marquee Moon, Blow Up, Libreria Brac e Sociéte Anonyme
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