Modena ritrova il “suo” Don Carlo

La versione 1886 dell’opera verdiana apre con successo la stagione lirica al “Pavarotti”

Recensione
classica
Teatro Comunale di Modena Modena
Giuseppe Verdi
19 Ottobre 2012
Basato sulla versione del 1886, approvata dallo stesso Verdi proprio in occasione della rappresentazione all’allora Teatro Municipale, questo nuovo allestimento di “Don Carlo” – che abbiamo visto nella recita di venerdì scorso – ha aperto con successo il cartellone lirico del teatro modenese, avviando nel contempo le celebrazioni locali del bicentenario verdiano. Senza i balletti dell’originale francese, creato in stile Grand-Opéra nel 1867, questa variante si discosta da quella più usuale in quattro atti – pensata nel 1884 per La Scala – per il recupero del primo atto ambientato nella Foresta di Fontainebleau (a conti fatti drammaturgicamente pleonastico) riportando così a quasi quattro ore e mezza un’opera che si conferma una delle più monumentali del compositore di Busseto. Un dato che è stato racchiuso con equilibrio nell’idea scenica proposta da Joseph Franconi Lee, la cui regia ha mosso i personaggi con misura sostanzialmente efficace in uno spazio in cui la scelta delle tradizionali scene dipinte – per quanto comunque originali nell’ideazione – conferiva coerenza all’operazione di “recupero storico” che connotava questo inizio di stagione. Un gusto, quello della regia, che, oltre ad onorare dichiaratamente certe influenze viscontiane, si è rivelato nell’economia generale dell’opera forse eccessivamente omogeneo, rinunciando ad una più vivace varietà che un palcoscenico abitato per cinque atti avrebbe richiesto. Di segno più connotato l’aspetto musicale gestito da Ventura, che ha guidato una corretta Orchestra dell’Emilia Romagna con sicura padronanza della partitura, maturando i momenti migliori nel quarto atto, dove la qualità musicale dell’opera si fa più interessante e dove il Filippo II di Prestia ha regalato un “Ella giammai m’amò” di grande intensità.

Note: Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza

Interpreti: Filippo II, Re di Spagna: Giacomo Prestia Don Carlo, Infante di Spagna: Mario Malagnini / Sergio Escobar Rodrigo, Marchese di Posa: Simone Piazzola Il Grande Inquisitore: Luciano Montanaro Un Frate: Paolo Buttol Elisabetta di Valois: Cellia Costea La Principessa Eboli: Alla Pozniak Tebaldo, paggio d'Elisabetta: Irène Candelier Il Conte di Lerma: Giulio Pelligra Un araldo reale: Marco Gaspari Una voce dal cielo: Irène Candelier

Regia: Joseph Franconi Lee

Scene: Alessandro Ciammarughi

Costumi: Alessandro Ciammarughi

Orchestra: Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna

Direttore: Fabrizio Ventura

Coro: Coro Lirico Amadeus - Fondazione Teatro Comunale di Modena

Maestro Coro: Stefano Colò

Luci: Nevio Cavina

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.