Metheny senza chitarra
La musica del chitarrista riletta dal quartetto di Michelangelo Decorato
Recensione
jazz
Una piacevole serata di fine estate scandita dalla rilettura di brani tratti dal repertorio di Pat Metheny presso il suggestivo Teatro di Verdura - Fondazione Biblioteca di via Senato a Milano. Il pianista barese Michelangelo Decorato – accompagnato da Francesco Bearzatti al sax, Danilo Gallo al contrabbasso e Gianlivio Liberti alla batteria – seleziona una serie di composizioni di Metheny, spaziando tra decine di album incisi in 35 anni di onorata carriera. Tornano alla luce i pezzi che descrivono il lato romantico, intimista e ‘world’ di Metheny (unica eccezione: “Windows” di Chick Corea). Si parte con “Question and Answer” (dall’album omonimo del 1989, inciso con Dave Holland e Roy Haynes). Il tocco fluido e deciso di Decorato trova un contraltare nel fraseggio sinuoso e un po’ ruffiano del sax di Bearzatti, mentre la sezione ritmica sostiene con grande energia l’insieme (e un plauso va al dinamico e instancabile Liberti). Tutto funziona a dovere nellaa performance, al punto che non ci si accorge quasi di uno straordinario controsenso: manca la chitarra e non è poco, vista l’importanza basilare di questo strumento nella musica di Metheny. È proprio l’abilità del quartetto guidato da Decorato a renderne ininfluente l'assenza. Tra i pezzi spiccano le ottime cover di “Unity Village” (da “Bright Size Life”, realizzato nel 1975 con Jaco Pastorius), “Say the Brother’s Name” (da “I Can See Your House From Here”, inciso con John Scofield nel 1993) e “Elucidation” (tratto dall’album di Gary Burton “Like Minds” del 1998), oltre a un classico del Pat Metheny Group: “Better Days Ahead” (da “Letters From Home” del 1989). In complesso un concerto pregevole, dove la competenza tecnica sposa il tributo al genio multiforme di Metheny, grande innovatore musicale del XX secolo.
Interpreti: Michelagelo Decorato, pianoforte Gianlivio Liberti, batteria Francesco Bearzatti, sassofono Danilo Gallo, contrabbasso
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