Per celebrare il centenario di Gian Carlo Menotti il festival da lui fondato ha scelto la sua prima opera, scritta negli Usa a venticinque anni, nel 1936. Non è il caso di stare a discutere ancora dell'eclettismo retrò del compositore italo-americano, che anche qui, nonostante la giovane età, appare attardato rispetto al suo tempo: ha infatti ragione il coordinatore del settore musicale del festival, Alessio Vlad, a dire che le sue opere "quando funzionano, lo fanno benissimo, altrimenti amen!". E quest'opera buffa in un atto funziona. È vero che la vicenda (Amelia si destreggia tra marito e amante, tiranneggiandoli entrambi e spedendo l'uno all'ospedale e l'altro in galera, ma infischiandosene completamente, perché la sua idea fissa è non perdere il ballo in programma per la sera) non è di quelle che lasciano segni profondi. Quanto alla musica, non è indimenticabile, pur essendo scritta benissimo, con un'astuzia sorprendente in un esordiente. Ma azione e musica si fondono perfettamente e il risultato è un esempio di vero teatro musicale.
Dopo la defezione di Adriana Kucerova per motivi di salute, a interpretare Amelia è la giovane Chiara Pieretti, che ha fisico e voce graziosi, è spigliata in scena, insomma è l'ideale per la parte. Alfonso Antoniozzi è un marito grandioso, allo stesso tempo minaccioso e ridicolo, dignitoso e succube. Come amante Sébastien Guèze è il belloccio che ci vuole, ma dovrebbe avere anche la schietta voce tenorile che la parte richiede. La direzione di Johannes Debus è perfetta nel cogliere la miriade di piccole idee di cui la partitura formicola. Idem la regia di Giorgio Ferrara. Geniale ma fin troppo grandiosa la scenografia di Gianni Quaranta: la facciata d'un grande palazzo di fine '800 che si apre e rivela lo sfarzoso boudoir d'Amelia.
Interpreti: Adriana Kucerova/Chiara Pieretti (Amelia), Alfonso Antoniozzi (il marito), Sébastien Guèze (l'amante), Adriana di Paola (l'amica), Alessandro Spina (il commissario di polizia), Alessia Nadin e Aurhelia Varak (due cameriere)
Regia: Giorgio Ferrara
Scene: Gianni Quaranta
Costumi: Maurizio Galante
Orchestra: Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi"
Direttore: Johannes Debus
Coro: Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano
Maestro Coro: Stefano Cucci
Luci: A. J. Weissbard
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento