L'Orchestra Giovanile Italiana si tuffa nella musica russa
Iniziata da Roma la tournée autunnale dell'OGI con Stanislav Kochanovsky sul podio
Recensione
classica
Sono trentuno anni che esiste l'Orchestra Giovanile Italiana, nata per volontà di Piero Farulli quando in Italia praticamente non esistevano orchestre giovanili, tranne sparsi tentativi velleitari e di breve durata. Oggi la situazione è molto migliorata, anche perché altre iniziative ne hanno seguito l'esempio, ma questo progetto formativo della Scuola di Musica di Fiesole è insostituibile ed è il solo a potersi vantare del fatto che oltre mille strumentisti usciti dalle sue file sono oggi impegnati nelle maggiori orchestre, non solamente italiane. Era da molto che non ascoltavo l'OGI, non ricordo esattamente da quanti anni, ma basti dire che le ultime due volte era diretta rispettivamente da Giulini e da Sinopoli. Questa volta c'era sul podio un giovane russo, molto dotato e promettente ma non altrettanto esperto, Stanislav Kochanovsky, che l'anno scorso aveva fatto un'eccellente impressione in questa stessa sala sostituendo Temirkanov con breve preavviso. L'incontro tra giovane direttore e giovane orchestra è stato subito esplosivo, con un attacco dell'ouverture di Russlan e Ludmilla di Glinka fulminante, forse troppo, perché i giovani strumentisti hanno faticato a reggere quel ritmo bruciante e quelle sonorità smaglianti e si è manifestato qualche affanno, soprattutto tra i fiati, che erano in effetti i più sollecitati. Forse un direttore più esperto si sarebbe lasciato prendere meno dall'entusiasmo, non avrebbe chiesto dall'OGI la stessa dimostrazione di sicurezza, affiatamento e virtuosismo che alla Filarmonica di San Pietroburgo e così non ci sarebbe stato neanche quel momento (breve) di difficoltà. O forse ha fatto bene a non trattare questi giovani come degli studentelli e a pretendere il massimo. In ogni caso è stata - tirando le somme - un'esecuzione spumeggiante, che ha fatto scoprire in Glinka un virtuoso dell'orchestra che aveva molto imparato da Berlioz. Il tuffo nella musica russa proseguiva con una selezione del Romeo e Giulietta di Prokof'ev e le Danze sinfoniche op. 45 di Rachmaninov, in cui l'orchestra sfoggiava l'entusiasmo della giovinezza ma anche la sicurezza della maturità. Dal canto suo Kochanovsky era trascinante nei momenti dinamici e focosi, ma anche ispirato nei momenti lirici, anzi forse è proprio qui che vengono fuori le sue migliori qualità, sebbene egli sembri credere il contrario e si compiaccia forse del suo virtuosismo di direttore.
Note: Le altre tappe della tournée: il 17 ottobre a Macerata, il 18 a Pordenone, il 19 a Mantova.
Orchestra: Orchestra Giovanile Italiana
Direttore: Stanislav Kochanovsky
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento