L'Emilia è ancora paranoica

A Firenze Brondi e Canali accendono Le Luci: ed è subito punk.

Foto di Maurizio Busia
Foto di Maurizio Busia
Recensione
pop
Auditorium Flog Firenze
09 Dicembre 2008
Con Giovanni Lindo Ferretti perso come un reduce tra campi, cavalli e santi, mancava da un po’ qualcuno che vestisse i panni del profeta del nulla. Un faro spento nella notte per vedere se è davvero così difficile soffrire. Il ferrarese Vasco Brondi riesce a farlo al meglio, descrivendo le ansie, le contraddizioni e i paesaggi “lisergici” di chi è cresciuto in una periferia dell’anima, tra sottofondi televisivi e contaminazioni di inquinanti e scie nucleari. Ed eccolo lì, a raccontare con la sua chitarra, la voce acida fatta di sussurri e grida, questi anni Zero al nuovo popolo del “No Future”. Brondi tiene molto bene il palco, e il popolo arrivato ad ascoltarlo conosce quasi integralmente i testi del suo bel disco “Canzoni da spiaggia deturpata”, già Premio Tenco 2008 per la migliore opera prima. Al suo fianco, tutta l’esperienza di Giorgio Canali, che sa dosare arpeggi graffianti, note rumorose e cori tanto sentiti da essere a volte anche un po’ scoordinati e stonati. Niente di meglio per un pubblico che vuole ascoltare ogni parola nella grana sbriciolata di una voce coinvolta e coinvolgente. Le liriche di Vasco Brondi rotolano l’una dopo l’altra, intermezzate da qualche breve lettura. E l’entusiasmo del pubblico sale quando vengono riconosciute le prime plettrate di “Per combattere l’acne”. Quasi un inno nichilista di ultima generazione, e che assieme a “Lotta armata al bar” costituisce probabilmente l’apice del disco e della performance fiorentina. Tra il pubblico si segnala la presenza di due veterani come Piero Pelù e il Diaframma Federico Fiumani. Chissà se solo per curiosità o perché hanno intravisto in queste “Luci della Centrale Elettrica” un proseguimento ideale della stagione post-punk anni Ottanta? Per ora una certezza: l’Emilia è ancora paranoica.

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