L'elegante Brahms di Prêtre
Roma: Il direttore francese a Santa Cecilia
Recensione
classica
Georges Prêtre, un'agilità invidiabile per un raffinato signore di 86 anni, ma soprattutto la capacità di portare - grazie a un invisibile magnetismo - l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia dentro le profondità del sinfonismo di Brahms, con sorridente semplicità, ma anche con infuocata intensità. Sono stati questi gli ingredienti principali del successo che il direttore francese ha riscosso sabato sera al Parco della Musica durante il penultimo concerto della stagione sinfonica 2009-2010 di Santa Cecilia. Sala gremita per l'abbinamento delle Sinfonie n. 3 e 4 del compositore tedesco, che Prêtre ha interpretato ben sottolineando le differenze tra le due ampie pagine: il Brahms più elegante e sereno della Terza Sinfonia, quello più severo dell'ultimo lavoro sinfonico, legato a una tradizione tedesca che affonda le sue basi in Bach. Il direttore francese fa economia di movimenti, rinuncia spesso anche alla bacchetta: a parlare all'orchestra romana - sempre pronta nel seguirlo - sono spesso le sue dita, il suo sguardo, il suo volto ora sereno ora accigliato. Nel primo dei due brani in programma ha regalato al pubblico uno splendido terzo movimento, il celebre "Poco allegretto", diventato sotto la sua guida un amorevole sussurro, la cui intensità non stava nei volumi di suono quanto nella carica che il tema riusciva a trasmettere con la sua sofferta tenerezza; fiero poi il tempo conclusivo della Sinfonia n. 4, eseguito senza inutili indugi e appensantimenti, per far emergere le indiscutibili capacità che Brahms possiede quando affronta la forma della variazione. Sicuramente perdonabile qualche lieve imprecisione dell'insieme orchestrale, perché a farla da padrone è stata piuttosto la generosità espressiva con cui Prêtre ha affrontato questi due capolavori romantici.
Orchestra: Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia
Direttore: Georges Prêtre
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