L'Editta di Stradella al Pergolesi Spontini
L’ensemble Stradella Y- Project diretto da Andrea De Carlo ha presentato Editta, vergine e monaca, regina d’Inghilterra di Alessandro Stradella
La splendida abbazia benedettina di Sant’Urbano, ad Apiro, ha fatto da cornice ad uno degli appuntamenti più attesi del Festival Pergolesi Spontini. L’ensemble Stradella Y- Project, diretto da Andrea De Carlo, insieme ad una compagnia di giovani cantanti ha presentato l’oratorio per cinque voci, due violini e basso continuo Santa Editta, vergine e monaca, regina d’Inghilterra di Alessandro Stradella.
Il libretto del nobile romano Lelio Orsini, principe di Vicovaro, autore di una quindicina di oratori, vede come protagonista la santa inglese Editta di Wilton, vissuta nel X secolo. Figlia del re Edgardo il Pacifico, Editta rifiutò la corona d’Inghilterra dopo la morte del padre e del fratellastro, preferendo continuare la vita di ritiro che fin da fanciulla conduceva insieme alla madre nella abbazia di Wilton, pur senza prendere mai i voti e continuando a vestire abiti lussuosi e gioielli. Secondo quanto afferma Arnaldo Morelli nelle note al programma del concerto, la scelta di questa santa, non venerata in Italia e unica nella storia del genere musicale dell’oratorio, può essere ricondotta a delle vicende di politica dinastica che interessarono l’ Europa nel 1672-73, gli anni in cui l’oratorio fu con tutta probabilità composto a Roma. Il rifiuto del destino di regina di Editta infatti adombra quello della quindicenne Maria Beatrice d’Este, sorella del duca di Modena Francesco II, che avrebbe preferito la vita monastica al matrimonio con Giacomo II Stuart, erede al trono di Inghilterra. Il matrimonio, sostenuto dal papa Clemente X e da Luigi XIV, dopo lunghe trattative fu celebrato nel 1673.
Della Santa Editta restano un’unica partitura e due libretti, che risalgono a due esecuzioni a Modena del 1684 e 1692. Sebbene vi siano presenti sei personaggi, cinque sono le voci richieste, perché al soprano secondo sono affidate le parti di Humiltà e di Nobiltà. Personaggi allegorici che insieme a Grandezza, Bellezza e Senso dialogano con Editta cercando di contrastare la sua decisione, sostenuta soltanto da Humiltà, di ritirarsi dalla vita mondana. Alla protagonista è riservata la maggior parte delle arie, che insieme ad intensi recitativi, duetti e terzetti in contrappunto vanno a comporre la partitura.
Bravissimi i cinque cantanti, tutte voci dai timbri molto particolari e diversi, le cui peculiarità andavano oltre l’ovvia varietà di registro: molto espressiva e duttile il soprano Cristina Fanelli in Editta; versatile e agile Paola Valentina Molinari nei personaggi di Humiltà e Nobiltà; la voce contraltile di Chiara Brunello si è distinta poi per il colore scuro e profondo che ha saputo conferire a Grandezza, così come quella tenorile di Leopoldo Punziano (Bellezza), sonora e ricca di armonici, e quella affascinante del basso Andrzej Lenart (Senso). Ad accompagnarli l’ensemble di giovani strumentisti composto da due viole da gamba, un contrabbasso, due tiorbe, chitarra barocca, clavicembalo e organo positivo.
Lo stesso organico ha poi eseguito Concentus della compositrice inglese Donna Mckevitt, brano vincitore del concorso newtracks@fbas 2018. Lo stile minimalista della partitura, costruita sulla iterazione di moduli in intenso crescendo espressivo e sulla improvvisazione su basso continuo, ha creato una inedita continuità con la musica di Stradella, molto apprezzata dal pubblico.
Il concerto vede la Fondazione Pergolesi Spontini collaborare con Conservatorio A. Casella de L’Aquila, Festival Barocco Alessandro Stradella di Viterbo e Nepi, Centro di Musica Antica della Pietà dei Turchini di Napoli, Festival Pergolesi Spontini di Jesi, Società di Concerti Barattelli de L’Aquila, Accademia di Arte Lirica di Osimo, Festival Grandezze e Meraviglie di Modena, Oratorio del Gonfalone di Roma, Festival Sulle Orme del Cusanino di Filottrano, Conservatorio V. Bellini di Palermo.
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