Le vie della musica sacra, dai Paesi Bassi a Roma
L’edizione di Laus Polyphoniae dedicata alla Cappella Sistina si espande nella città
Recensione
classica
La Cattedrale di Anversa è stato il più suggestivo tra i luoghi in cui si sono svolti i concerti, anche per i preziosi dipinti temporaneamente tornati nella loro sede originaria, e il terzo programma del Collegium Vocale Gent - gruppo residente di questa edizione - dedicato a Tomás Luis de Victoria, è stato uno dei momenti più significativi di questa immersione nel mistero della epifania sonora della liturgia. Ma il culmine è stato raggiunto a Sint-Paulus, quando lo Huelgas Ensemble ha reiterato tra due diverse versioni delle Lamentazioni del profeta Geremia, di de Orto e di Palestrina, le meditazioni sonore in forma di motteto Media vita in morte sumus di Kerle, Lasso e Gombert, commuovendo il pubblico che gremiva la chiesa: la splendida fusione delle voci, disposte in circolo lungo la navata centrale e frutto della visione essenziale di una solida scuola, è risultata una delle esperienze più coinvolgenti e intense del fittissimo programma del festival. Nella relativa omogeneità stilistica del repertorio dei grandi maestri, oltremontani e italiani, che ebbero il privilegio di far parte della cappella papale, hanno suscitato curiosità la proposta dell’ensemble Cantar Lontano, dedicata alla figura marginale ma originale di Ghiselin Dunckerts emersa da un manoscritto ritrovato recentemente, e l’ipotesi di accompagnamento strumentale delle parti vocali di alcuni brani liturgici del manoscritto di Apt, proposto da laReverdie, con musiche antecedenti alla Cappella Sistina, e riconducibili alla corte papale di Avignone. La competizione International Young Artist’s Presentation è stata vinta dall‘ensemble I Fedeli, e l’esecuzione dell’opera La Vita Humana fatta da Le Poème Harmonique e dal Vlaams Radio Koor ha degnamente concluso il lungo pellegrinaggio sonoro.
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