Per Peter Stein il "Pelléas" è sì un'opera carica di mistero, ma è anche struggente, non è abitata da personaggi diafani, ma umanissimi. In questa rivisitazione lionese del memorabile spettacolo messo in scena nel 1992, la regia accentua la dimensione infantile, ludica del rapporto tra Pelléas e Mélisande, il gioco sciocco con l'anello, il delizioso misto di erotismo e goffaggine nella scena della torre, nello sciogliere e snodare la lunga chioma, la timida dichiarazione d'amore nel quarto atto seguita da salti euforici, abbracci, girotondi. La carica simbolica e misteriosa era lasciata alle magnifiche scene di Karl-Ernst Herrmann, ritagliate in posizioni sempre diverse da quattro sipari mobili sui quattro lati del boccascena, basate su elementi geometrici, obliqui, stanze claustrofobiche, luci radenti, sagome nere (il colonnato del castello o gli alberi della foresta), riflessi argentei (del mare, del cielo stellato), che coglievano la varietà di luoghi e di carattere auspicata da Debussy (con cambi di scena frequenti e un po' rumorosi). Patrica Petibon incarnava una Mélisande dalla bellezza irreale, preraffaellita, con una voce di grande freschezza, ma non eterea. Ricco di inflessioni il canto di Pelléas, il tenore americano Tracey Welborn, che però quasi scompariva di fronte alla prestanza scenica e vocale di Paul Gay, capace di cogliere, anche con una dizione impeccabile, tutta la complessità di Golaud, di farne una figura centrale (assolutamente commovente nel suo ultimo dialogo con Mélisande). Il tutto avvolto dal suono caldo e pastoso dell'orchestra diretta da Ed Spanjaard, che sacrificava le atmosfere più sospese, esaltando colori e chiaroscuri.
Interpreti: Pelléas, Tracey Welborn; Mélisande, Patricia Petibon; Golaud, Paul Gay; Arkel, Frode Olsen; Geneviève, Nadine Denize; Yniold, Enfant de la Maîtrise
Regia: Peter Stein
Scene: Karl-Ernst Herrmann
Costumi: Moidele Bickel
Orchestra: Orchestre de l'Opéra de Lyon
Direttore: Ed Spanjaard
Coro: Choeurs de l'Opéra de Lyon
Maestro Coro: Alan Woodbridge