Le Baccanti danzano sulla scena della Komische Oper 

A Berlino riuscito allestimento di “The Bassarids” di Hans Werner Henze da Eschilo con la direzione di Vladimir Jurowski e la regia di Barrie Kosky 

The Bassarids (Foto Monika Rittershaus)
The Bassarids (Foto Monika Rittershaus)
Recensione
classica
Berlino, Komische Oper
The Bassarids
13 Ottobre 2019 - 26 Giugno 2020

Se il teatro musicale di Hans Werner Henze gode di relativa buona salute sulle scene europee, è soprattutto grazie al recupero di un lavoro forte come The Bassarids presentato negli ultimi anni in diversi allestimenti, fra cui quelli recenti di Mario Martone a Roma e di Krzysztof Warlikowski a Salisburgo. Da ultima si aggiunge la Komische Oper di Berlino che ha presentato una riuscita produzione a firma di Vladimir Jurowski per la direzione musicale e Barrie Kosky per la regia. La scelta a Berlino cade non sulla versione originale presentata nel 1966 al Festival di Salisburgo ma sulla versione rivista del 1992, più leggera nell’organico orchestrale, che comunque rimane importante. Dalla versione originale, tuttavia, viene ripreso l’intermezzo pastorale del giudizio di Calliope, divagazione di gusto neoclassico stravinskijano e parentesi bucolica nella densità tragica della partitura appena prima dell’efferato epilogo. 

Nel suo rigoroso allestimento Kosky sembra prendere ispirazione dalle radici classiche del lavoro di Henze sul forte libretto in inglese di Wystan H Auden e Chester Kallman (rispettato nello spettacolo berlinese) tratto dalle Baccanti di Eschilo. Lo spazio unico disegnato in legno chiaro da Karin Lea Tag estende la scena occupata da una semplice gradinata fino alla platea invasa da una passerella che abbraccia l’orchestra sollevata al livello della stessa platea. A sua volta l’orchestra occupa le ali laterali della scena e singoli strumentisti trovano spazio nelle due balconate della sala, idealmente come in un anfiteatro classico. Fondamentali sono le coreografie di Otto Pichler che disegnano una partitura di gesti di forza scultorea, per coristi e interpreti in costante movimento e un’autentica drammaturgia della scena. Gli interventi coreutici dei dieci danzatori sono relegati all’orgia bacchica che segna la distruzione di re Penteo, fiero avversario di Dioniso e della madre Semele il cui culto è deciso a estirpare da Tebe, e alla pantomima del giudizio di Calliope giocata in chiave di commedia dell’arte. È anche molto efficace nel “pas des deux” dall’evidente tensione omofila fra Penteo e Dioniso in incognito, un’autentica danza di seduzione durante la quale il re di Tebe abbandona l’aggressiva ostilità iniziale lasciandosi andare all’abbraccio del dio vendicatore che, vinte le difese dell’uomo, ne decreta la morte cruenta per mano della madre Agave. 

Di forte impatto anche la direzione di Vladimir Jurowski, idealmente al centro della complessa macchina sonora, che coinvolge l’Orchestra della Komische Oper in forma smagliante e il formidabile Coro della Komische Oper con il Vocalconsort Berlin, autentiche colonne di questa produzione di indiscutibile valore. Della direzione di Jurowski colpisce soprattutto la lettura omogenea e coerente di una partitura molto eclettica sul piano del linguaggio e dei mezzi espressivi impiegati da Henze. Possente nei momenti corali e lirico nei passaggi di seduttiva sensualità di Dioniso, che, dopo Salisburgo anche a Berlino ritrova in Sean Panikkar un interprete ideale per la liricità del nobile timbro tenorile e nella conturbante bellezza. A Penteo invece presta corpo e voce Günter Papendell in una prova matura e efficace sul piano scenico. La falange femminile comprende l’Agave di Tanja Ariane Baumgartner, anche lei già presente a Salisburgo ma curiosamente meno in evidenza in questa produzione, la Autonoe di Vera-Lotte Böcker, poco marcante ma vocalmente adeguata, e la Beroe di Margarita Nekrasova, figura più popolarescamente bonaria che tragica. Completano la locandina degli interpreti il Cadmo di Jens Larsen e il Tiresia di Ivan Turšić, entrambi resi con tratti marcatamente caricaturali, e il Capitano della Guardia reale del più misurato Tom Erik Lie

Un grande sforzo produttivo della Komische Oper ripagato da un incontrastato successo fatto di molti applausi e ovazioni. 

 

 

 

 

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