La Toscanini tra Čajkovskij e Rachmaninov
Il pianista Jae Hong Park e il direttore Kristjan Järvi conquistano il pubblico dell’Auditorium Paganini di Parma
È stato un concerto piacevole e coinvolgente quello che ha visto impegnati il pianista coreano Jae Hong Park – vincitore del 63° Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni” 2021 – e Kristjan Järvi, Direttore Principale Ospite della Filarmonica Toscanini che in questa occasione ha guidato la compagine orchestrale in un programma che ha offerto pagine di Čajkovskij e Rachmaninov.
Un repertorio, quello proposto in occasione di questo doppio appuntamento collocato nell’ambito del cartellone concertistico 2022-2023 e del quale abbiamo seguito la prima delle due date parmigiane, che ha quindi perlustrato differenti ambiti del panorama musicale russo, a partire dal brano The Snow Maiden (Снегурочка) op. 12, partitura di matrice fiabesca che ha aperto la serata. Composta da Pëtr Il'ič Čajkovskij tra marzo e aprile del 1873, in funzione di un lavoro teatrale in un prologo e quattro atti ideato dal drammaturgo Aleksandr Ostrovsky, questa pagina era stata originariamente pensata per un organico che comprendeva voci soliste, coro misto e orchestra.
In questa occasione la composizione čajkovskijana è stata invece proposta nella versione esclusivamente orchestrale firmata dallo stesso Kristjan Järvi, che ha guidato la Filarmonica Toscanini nei diciannove numeri nei quali si articola questa pagina offrendo una lettura appassionata di questo lavoro peraltro segnato da una composta piacevolezza di fondo. Tra il carattere descrittivo e narrativo da un lato e la sofisticata identità timbrico-strumentale tratteggiata con sicuro mestiere dall’autore dall’altro, dall’interpretazione qui proposta è parso emergere soprattutto questo secondo aspetto, assecondato dalla direzione plasticamente dinamica con la quale Järvi ha condotto la compagine strumentale tra le pieghe di questa pagina dal gusto misuratamente elegante.
Dal carattere più pregnante è parsa la seconda parte del concerto, che vedeva protagonista il pianista Jae Hong Park, giovane ma già affermato interprete vincitore, oltre al Premio Busoni, anche di altre competizioni tra le quali possiamo ricordare Gina Bachauer Youth International Piano Competition, Cleveland Youth International Piano Competition, Arthur Rubinstein International Piano Masters Competition. La sua interpretazione del Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra, opera composta nel 1909 da Sergej Vasil'evič Rachmaninov, ha fatto trasparire una musicalità coinvolgente, capace di trascende il dato prettamente tecnico, gestito peraltro con una naturalezza che ha attraversato le insidie virtuosistiche che innervano tanto l’Allegro iniziale quanto il Finale con bella freschezza. Caratteri che hanno inoltre trovato, nell’essenza segnata dal respiro più decantato che connota l’ampio Intermezzo (Adagio) centrale, la forma di una cantabilità attraversata da un elegante lirismo espressivo.
Una cifra interpretativa che, assieme al passo orchestrale impresso dalla direzione di Järvi, ha conquistato il pubblico presente fino ai calorosissimi applausi finali, consensi che hanno confermato il successo di una serata completata con un fuori programma per il quale Jae Hong Park ha coinvolto anche il primo violino della Filarmonica Toscanini Mihaela Costea, offrendo una bella interpretazione del movimento finale della Sonata per violino e pianoforte n. 9 op. 47 “a Kreutzer” di Beethoven.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln