La prima volta della Zauberflöte alle Muse
Ancona: molta danza nella regia di Luca Silvestrini
Opera di apertura della stagione lirica del Teatro delle Muse “Franco Corelli” di Ancona è un nuovo allestimento di Die Zauberflöte di Mozart, mai rappresentato su questo palcoscenico, che segna il debutto nella regia lirica di Luca Silvestrini, coreografo di origini marchigiane ma attivo a Londra, dove ha co-fondato Protein Dance.
Un allestimento dove la cifra della danza è felicemente presente: i danzatori diventano protagonisti della scena soprattutto durante le arie, dove si scongiura la staticità convogliando l’attenzione dello spettatore sul movimento coreutico, sempre ben integrato con l’azione e mai percepito come un “in più”: i danzatori vestono lunghe ali di uccello nelle arie di Papageno, creano con plasticità l’albero da cui vuole impiccarsi; interpretano con delicatezza i sentimenti espressi dai protagonisti nelle arie patetiche e sentimentali e inscenano il proliferare dei piccoli Papageni vagheggiati nel famosissimo duetto.
Molta invenzione coreografica dunque a sottolineare la dimensione fiabesca e fantastica dell’opera e a movimentare le scene lineari e dalle monocromie neutre di Lucio Diana, animate da pochi ed essenziali elementi scenografici e dai costumi fantasiosi e colorati di Stefania Cempini. Un allestimento molto piacevole, leggero ed elegante, mai statico e scevro di ridondanze e superfetazioni che fanno male al libretto e alla musica. Uniche simbologie appena accennate e del tutto giustificate quelle che rimandavano alla impronta massonica dell’opera.
Sul piano vocale si è apprezzato un buon cast, in gran parte composto da giovani voci, tra cui spiccavano Maria Laura Iacobellis, ottima interprete di Pamina, Abramo Rosalen in un possente Sarastro, Levent Bakirci in un simpatico e spigliato Papageno e Brigitta Simon in una cristallina Astrifiammante. Antonio Garès in Tamino è parso a suo agio nelle parti recitate e nel registro vocale medio basso, meno nel registro acuto, in cui si notavano a volte delle difficoltà.
Molto bene anche il resto del cast, composto da giovani artisti, diversi dei quali provenienti dall’Accademia d’Arte Lirica di Osimo: Alessandro Ravasio e Alessandro Fiocchetti, rispettivamente primo e secondo sacerdote; Khatia Jikidze, Sarah Hakobyan, Nutsa Zakaidze nelle tre dame; Carmine Riccio in Monostatos, Jennifer Turri in Papagena. Deliziosi anche i tre fanciulli (Sofia Cippitelli, Caterina Piergiacomi e Giovanni Tartufoli) dell’Associazione Corale Pueri Cantores “Zamberletti” e ben preparato (da Riccardo Serenelli) il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”.
La direzione musicale era affidata a Giuseppe Montesano, alla guida dell’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”: direzione precisa e attenta e tempi forse un po’ troppo sostenuti, che hanno reso più sfuggenti le curvature espressive e di fraseggio.
Lo spettacolo è stato molto apprezzato dal pubblico, composto anche da studenti che hanno applaudito gli artisti con grande calore ed entusiasmo.
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