La maratona dell'Anello
Successo trionfale a Erl, in Tirolo, per il "Ring" wagneriano diretto da Kuhn
Recensione
classica
Erano le 19 di venerdì 22 luglio quando le Figlie del Reno intonavano il loro canto, 45 ore dopo, alle 16 di domenica 24 luglio il Walhalla ardeva e l'anello era tornato al Reno. Il Ring di Wagner in 45 ore è la scommessa vinta del Tiroler Festspiele di Erl, una maratona seguita con attenzione e passione da 1500 persone nella Passionsspielhaus di Erl: in un teatro gigantesco, tra il verde dei prati del Tirolo, dove ogni sei anni viene rappresentata una delle più celebri Passioni austriache (la tradizione risale al 1600), Gustav Kuhn (ideatore del festival giunto quest'anno all'ottava edizione) ha diretto e messo in scena l'Anello del Nibelungo. Oro del Reno alle 19 di venerdì,Walkiria alle 17 di sabato, Sigfrido alle 23 di sabato (la recita è terminata alle 3,50 del mattino!) e Crepuscolo degli dei alle 11 di domenica: tutto perfettamente organizzato con stuzzichini e caffè negli intervalli (c'era persino una dimostrazione dal vivo di come si forgia una spada) sdraio e plaid di pile per chi voleva fare un riposino tra un atto e l'altro, ma non ci sono state defezioni: i maratoneti erano motivatissimi e non sentivano la stanchezza. Nella Passionsspielhaus il golfo mistico non c'è, quindi l'Orchestra del Tiroler Festspiele (formata da musicisti che provengono da 15 nazioni) è disposta in fondo, a vista, su alti gradoni, in alto le arpe, e poi, a scendere, ottoni, fiati, archi, l'azione si svolge davanti all'orchestra che, con un sapiente gioco di luci, diventa protagonista dell'azione: Wotan sale al Walhalla? Eccolo apparire lassù, tra le percussioni; Grane, il cavallo di Brunnhilde, aspetta la sua padrona vicino ai leggii, e poi c'è un continuo gioco di scambio tra orchestrali e cantanti: l'incantesimo del fuoco è magicamente reso dalle sei arpe, con le sei arpiste vestite di rosso, che circondano Brunnhilde, il corno solista scende davanti a Sigfried per il suo assolo. C'è molto sport in questo Ring in abiti moderni (indimenticabile Gutrune in tailleurino Chanel e Sigfried in pantaloni tirolesi): i due giganti Fasolt e Fafner sono due teppistelli vestiti da baseball e da hockey, Donner fa il lancio del peso, mentre Froh gioca a golf, e le Walkirie vanno in mountain bike che poi parcheggiano regolarmente nella rastrelliera. Kuhn sfrutta ogni possibilità del teatro con un gioco continuo che cattura gli spettatori: le scale della platea diventano il Reno per il viaggio di Sigfried in barca, gli incudini dei Nibelunghi sono sparsi per la sala con un inquietante effetto stereofonico, sono i Vigili del Fuoco di Erl a portare le fiamme che concluderanno il Crespuscolo degli Dei. Di grande effetto il funerale di Sigfried: al buio completo, con le sole sagome in nero che escono dal teatro, verso la luce del giorno. Impossibile citare tutto lo sterminato cast ma segnaliamo almeno l'intenso Wotan di Duccio Dal Monte, gli appassionati Siegmund e Sieglinde di Andrew Brunsdon e Gertrud Ottenthal, il baldanzoso Siegfried di Gianluca Zampieri, la toccante Brunnhilde di Elena Comotti D'Adda. Ottima la prova dell'orchestra, sapientemente guidata da Kuhn, vera protagonista della saga wagneriana. Successo trionfale.
Interpreti: Date delle rappresentazioni 22 Oro del Reno 23 Walkiria e Sigfrido 24 Crepuscolo degli dei
Regia: Gustav Kuhn
Scene: Neumann
Costumi: Radecky-Kupfer
Orchestra: Orchestra del Festival Tirolese
Direttore: Gustav Kuhn
Coro: Cantanti dell'Accademia di Montegral
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