La luce di Sant’Apollinare per Officium Novum
Jan Garbarek e l’Hilliard Ensemble incantano il pubblico di Ravenna Festival
Recensione
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“Gaia luce: forma, libertà e austerità” recita il programma di Ravenna Festival, ed è lo splendore della decorazione musiva dell’abside a rendere la basilica di Sant’Apollinare scenario ideale per questo “Officium Novum”.
Oltre seicento persone a gremire la basilica, che stupisce per la resa acustica: rigorosamente senza amplificazione, le voci non perdono mai di efficacia e il sax soprano si fa più equilibrato del solito, dando vita a un impasto timbrico ben calibrato.
È il quartetto ad iniziare, con una sorta di mantra in movimento che avanza da dietro, mentre Garbarek li attende sull’altare. L’ensemble è in tour nelle cattedrali europee e mostra un affiatamento e una padronanza davvero ragguardevoli, al punto da limitarsi a pochi minuti di sound check. Il repertorio è quello di “Officium Novum” e spazia da Arvo Pärt all’Armenia, passando per Bisanzio, in linea con l’album pubblicato per Ecm:
una lunga suite costituita dalle deliziose polifonie del quartetto che dialoga con le linee eteree e suggestive del sassofonista... Per quasi un’ora di rapito ascolto da parte del pubblico che non fiata, non applaude, ma assiste incantato, per arrivare al finale di “Alleluia. Nativitas” di Perotin, in cui il fraseggio di Garbarek si fa più graffiante, accolto con entusiasmo dal pubblico.
Suggestivo l’effetto di spazializzazione del suono nel brano successivo, in cui i cinque dialogano muovendosi negli ampi spazi della basilica, con il pubblico intento ad inseguire i suoni, così distanti tra loro e in costante movimento.
A quasi vent'anni dalla prima registrazione (nel ’93), l’ispirato incontro tra il sassofonista norvegese e il quartetto di voci inglesi si conferma ogni giorno più maturo e affiatato, un’autentica esperienza, che mostra i suoi maggiori limiti nella prevedibilità, confermandosi unica nel suo genere.
Interpreti: Jan Garbarek (sax soprano) e Hilliard Ensemble:David James (controtenore), Rogers Covey-Crump (tenore), Steven Harrold (tenore) e Gordon Jones (baritono)
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