La folle notte di Goran Bregovic
A Melpignano in più di centomila per ascoltare la pizzica balcanica
Recensione
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Al grido di «chi non diventa pazzo non è normale» si celebra il quindicesimo concertone della Notte della Taranta, firmato Goran Bregovic. Non uno spettacolo, ma una festa per una musica senza frontiere che dialoga da una sponda all’altra dell’Adriatico. Come fondere su uno stesso palco due tradizioni musicali (quella salentina e quella balcanica) che non presentano evidenti corrispondenze di ordine grammaticale? Le analogie – per Bregovic – sono da ricercare altrove: le tradizioni popolari possono incontrarsi nelle funzioni e nel modo di riunire e intrattenere. D’altronde, il suo “diventare pazzi” vuol dire trovare nel suo esperimento melpignanese un luogo ideale per gioire e vivere la musica come evento fisico prima ancora che estetico-compositivo.
Una massa sonora di enorme forza propulsiva è stata la chiave di volta del maestro di Sarajevo, che ha irrobustito con la potenza dei suoi ottoni la carica motrice del terzinato della pizzica. Ci sono passaggi del concerto dove, come in alcune pizziche salentino-balcaniche, gli arrangiamenti hanno proposto soluzioni di fusione più riuscite; e momenti più asciutti in cui apprezzare un coro femminile ispirato alle pratiche polifoniche delle contadine salentine, come in "Moretto" e in "Aremu".
Dopo tante edizioni, si abbandona anche la formula degli ospiti altisonanti per preferire la coralità e la compartecipazione dei musicisti senza eccedere nel divismo. Sono, infatti, un coro (quello delle mondine) e delle bande balcaniche (a cui si aggiunge quella di Racale) a unirsi ai musicisti salentini e a interagire con l’orchestra della taranta. Lo stesso Bregovic è defilato, e dalle retroguardie infonde una carica magnetica necessaria per tenere insieme lo spettacolo e far ballare incessantemente centomila adepti della taranta.
La potente attrazione musicale estiva della Notte della Taranta era partita il 9 agosto scorso. Nomi noti e meno noti del movimento della pizzica salentina hanno calcato una scena che di sera in sera, in una sequenza itinerante, ha attraversato le piazze dei comuni grecanici del Salento (toccando le estremità di Lecce e Alessano). L’organizzazione, da parte sua, ha sempre inventato sempre nuovi numeri per tenere alta l’attenzione sul festival: quest’anno, in particolare, non poteva sottrarsi dal festeggiare in grande stile i quindici anni di vita, richiamando ospiti d’eccezione e alcuni tra i maestri concertatori delle passate edizioni per far dialogare le icone della musica salentina con musicisti di altre culture musicali.
Tra i maestri concertatori, Ambrogio Sparagna ha risposto all’appello esibendosi nella tappa leccese del festival. Ben più articolata la disponibilità di Mauro Pagani che il 12 agosto si è integrato al progetto Taranta Res; il 18, invece, ad Alessano, si è unito all'ensemble di Antonio Castrignanò per richiamare alla memoria alcuni tra i più riusciti arrangiamenti del suo triennio da maestro concertatore. Il 19, nella splendida piazza di Galatina (che ancora rievoca santi e tarante del passato) l’Ensemble Notte della Taranta ha reso omaggio a Piero Milesi, il maestro concertatore più amato e apprezzato nella storia del festival, chiamando a raduno ancora una volta Pagani, insieme a quello che nell’esperienza melpignanese è stato suo impareggiabile assistente, Mario Arcari. Al Canzoniere Grecanico Salentino il compito di chiudere la fase itinerante del festival.
Orchestra: Notte della Taranta
Direttore: Goran Bregovic
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